Non sono passati inosservati i due esposti denuncia presentati un mese fa da Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel sul concordato fallimentare di Messinambiente, su tutta la procedura seguita e sulle modalità in cui si sono svolte le operazioni di firma da parte dei lavoratori
Non si è fatto attendere l'intervento della Procura della Repubblica di Messina sulla complessa vicenda che sta girando attorno al concordato fallimentare di Messinambiente e alla nascita di MessinaServizi. Ieri pomeriggio i segretari di Fit Cisl Uiltrasporti e Fiadel, Letterio D'Amico, Giacomo Marzullo e Piero Fotia, sono stati chiamati a deporre davanti al sostituto procuratore Vinci in merito ai due esposti-denuncia presentati da Cisl Uil e Fiadel nei giorni scorsi per le irregolarità riscontrate nello svolgimento delle operazioni delle firme delle transazioni dei lavoratori di Messinambiente e sui contenuti e le procedure del concordato fallimentare per quanto attiene la tutela dei diritti e le modalità del transito dei lavoratori tra le due società. "Durante il colloquio, durato oltre sei ore, la Procura ha voluto ricostruire il quadro completo sia degli accadimenti di queste settimane che le specifiche denunce presentate – dichiarano Fit Cisl Uiltrasporti e Fiadel – cercando di chiarire le posizioni di tutti gli attori, istituzionali e non, e le responsabilità delle singole parti chiamate in causa.
I due esposti erano scattati proprio nei giorni concitati delle firme delle transazioni sottoposte ai lavoratori di Messinambiente. Il primo era stato presentato in Tribunale lo scorso 9 gennaio ed era nato dal mancato coinvolgimento delle organizzazioni sindacali alla redazione del piano concordatario, metteva in luce per i rilievi mossi dalla Corte dei Conti sui 30 milioni che il Comune si è impegnato a versare con i bilanci dei prossimi 6 anni per sostenere il concordato, si soffermava inevitabilmente sulle continue richieste di modifica avanzate e non accolte sulle modalità di transito del personale e sul contenuto delle richieste di transazioni sottoposte ai lavoratori. In questo modo i tre sindacati di fatto si erano rivolti alla Procura per chiedere agli organi competenti la verifica della corretta applicazione della normativa di legge a sola tutela dei diritti inalienabili dei dipendenti, temendo preoccupanti risvolti occupazionali che scelte scellerate e applicazioni errate della legge regionale potrebbero comportare. Avevano chiesto controllo su tutta l’operazione concordato e sull’ipotesi di un grosso spreco di risorse pubbliche a danno dei cittadini. Pochi giorni dopo, il 12 gennaio, scattò il secondo esposto per denunciare le irregolarità riscontrare nelle operazioni di firma delle conciliazioni: “I lavoratori sono stati chiamati a sottoscrivere i verbali in un clima di forte pressione psicologica , con il timore della perdita del posto di lavoro – dichiaravano i sindacati – ma anche tutte le modalità con cui è stata applicata la procedura conciliativa sono diventate oggetto di denuncia tesa a verificare la validità delle conciliazioni sottoscritte”.
Esposti che non sono passati inosservati alla Procura che adesso vuole vederci chiaro e ha deciso di ascoltare i tre segretari per provare a definire meglio un quadro di per se complicato.
“Siamo certi che si farà luce su quelli che continuiamo a considerare errori e lati oscuri di questa vicenda – continuano i sindacalisti- e abbiamo piena fiducia nell'operato della Procura, ma auspichiamo come abbiamo sempre fatto che prevalgano dialogo e buon senso, e a tal fine è opportuna la convocazione di tutte le parti in commissione consiliare, prevista per il prossimo mercoledì affinché, ad iniziare dalle fasi imminenti dell'avvio della MessinaServizi, vengano garantiti i transiti secondo legge di tutti i dipendenti e la nuova società sia messa nelle condizioni di operare senza replicare i fallimenti di Messinambiente, cosa purtroppo che temiamo stia accadendo".
F.St.