De Luca vuole la revoca del Dg Iacomelli: «Oggettive incapacità gestionali»

De Luca vuole la revoca del Dg Iacomelli: «Oggettive incapacità gestionali»

Francesca Stornante

De Luca vuole la revoca del Dg Iacomelli: «Oggettive incapacità gestionali»

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lunedì 03 Dicembre 2018 - 17:42

Per il socio unico di MessinaServizi, cioè il Comune, il responsabile dell'emergenza rifiuti che si è verificata in questo mese è il Direttore generale Aldo Iacomelli. Chiesta la sospensione cautelare e l'eventuale revoca dell'incarico. Ecco tutti i motivi

Alla fine l’unica testa che salterà sarà quella del Direttore generale di MessinaServizi Aldo Iacomelli. Un esito abbastanza scontato, prevedibile fin dall’inizio di questa emergenza che ha scoperchiato un calderone che era già in ebollizione all’interno della società. Sono finiti tutti contro tutti e alla fine il sindaco De Luca, come aveva annunciato, ha individuato il responsabile di quanto accaduto in questo mese. Le motivazioni sono state lette dall’assessore Dafne Musolino che, prima di chiudere un’assemblea dei soci scandita da un lungo monologo del sindaco, ha elencato gli 11 punti che sono alla base della decisione del Socio unico di MessinaServizi, cioè del sindaco De Luca.

Per l’amministrazione di Palazzo Zanca non ci sono mezzi termini: «Dall’esame degli atti e delle indagini svolte è emersa una sostanziale, manifesta e ripetuta incapacità gestionale del direttore generale di MessinaServizi». Il socio unico parla di «incompatibilità ambientale» del Direttore Iacomelli. E dunque la palla adesso passa nelle mani del Cda di MessinaServizi presieduto da Pippo Lombardo. Il sindaco De Luca ha invitato il Cda a «disporre la sospensione cautelare del Direttore dall'Azienda per il tempo occorrente alla definizione del procedimento disciplinare che scaturirà da queste contestazioni e di quello che occorrerà anche alla Procura della Repubblica, alla quale sono stati trasmessi gli atti richiamati, per valutare la responsabilità penale del Direttore Generale per i fatti denunciati».

Immediatamente il presidente Lombardo ha convocato il Cda per domani mattina, martedì 4 dicembre, alle 11. Scatterà la sospensione cautelare e il procedimento disciplinare, contestualmente il sindaco presenterà in Procura il suo esposto-denuncia, chiedendo così all’Autorità giudiziaria di fare luce sui responsabili di questa emergenza rifiuti.

Ecco tutti i motivi per cui Iacomelli è stato di fatto individuato come unico colpevole di quanto accaduto in questo mese.

Assenza di politica gestionale: «Mancata adozione degli strumenti necessari a raggiungere gli obiettivi aziendali, 65% di differenziata entro il termine fissato dalla normativa vigente e del 30% entro il termine dell’ordinanza del presidente della Regione.

Reiterata inattendibilità del Piano industriale: « Il piano è stato presentato per ben tre volte al Cda che non ha ritenuto di poterlo adottare senza riserve. Il mancato inserimento nel piano industriale degli atti di indirizzo formalizzati dal Cda nelle tre sedute consente di affermare che il dg non è stato in grado di riformulare il suo lavoro.

Inadempimento obblighi contratto di servizio e inidoneità piano finanziario

Mancata adozione provvedimenti necessari ad evitare l’interruzione del servizio di raccolta e migliorare efficienza gestione del servizio: «Il direttore generale ha dimostrato una sostanziale incapacità nella gestione del servizio ordinario, consistente nella mancata adozione delle procedure e delle attività che, se opportunamente e tempestivamente poste in essere, avrebbero evitato che il servizio si rallentasse fino a giungere alla fase di crisi del mese di novembre 2018. Il management dev’essere in grado di prevedere il fabbisogno aziendale e adottare atti gestionali necessari ad evitare che si verifichino interruzioni di servizio o rallentamenti. A ciò si aggiunga che il direttore generale aveva ricevuto da parte della struttura precise segnalazioni sulla incipiente crisi che, considerata l’evoluzione dei fatti, egli ha colpevolmente sottovalutato. Il direttore generale ha sottovalutato indicazioni.

A luglio il dg aveva comunicato che MessinaServizi non si sarebbe più avvalso del ribaltamento dei costi perché MessinaServizi avrebbe raggiunto per tale data la piena autonomia. Nonostante le numerose note del Direttore operativo Michele Trimboli del repsonabile del servizio di raccolta indifferenziata Tommaso Palmeri, dell’impiegato dell’autocentro Emanuele Milletarì, del responsabile degli acquisti Roberto Girolamo e del responsabile autocentro Filippo Marguccio, risaliti da maggio 2018 in merito alle condizioni di avaria dei mezzi, il dg non ha proceduto celermente a garantire procedure gara ponte per l’individuazione dei nuovi fornitori di beni e servizi per garantire la normale attività aziendale»

Tardiva attivazione delle procedure di gara e nomina dei Rup e assenza di vigilanza sulle loro attività: «Anche sotto tale profilo si è acclarata una sostanziale incapacità da parte del Direttore Generale. Non è sufficiente nominare un Rup per considerare assolta l’attività, poiché compete sempre al direttore generale sia l’attività gestionale sia la vigilanza».

Mancato affrancamento procedura ribaltamento costi e mancato ottenimento delle licenze necessarie per lo svolgimento del servizio: «Il dg avrebbe dovuto immediatamente dopo il 1 marzo avviare le gare per l’affidamento di tutti i contratti di fornitura di beni e servizi. Invece le gare sono state avviate con estremo ritardo. Per il mancato ottenimento delle licenze, si risulta una grave violazione dei doveri del Direttore generale quello di non essersi adoperato per garantire alla MessinaSerivzi di mantenere o avere la licenza in conto terzi per il trasporto dei rifiuti al di fuori del territorio del Comune di Messina. Nonostante la Motorizzazione di Messina avesse preannunciato a giungo 2018 a MessinaServizi che entro settembre doveva dotarsi di una licenza propria per conto terzi, il direttore generale non si è adoperato in alcun modo per evitare il ritiro delle carte di circolazione da parte della Motorizzazione Civile di alcuni mezzi, esponendo la società al rischio del ritiro delle carte di circolazione di tutti i mezzi».

Mancata iscrizione al registro delle imprese della Camera di Commercio dello svolgimento dell’attività di officina da parte di MessinaServizi: «Il Direttore Generale era stato avvisato, già al momento del suo insediamento, che l'officina interna della Messina Servizi poteva svolgere solo le attività di autolavaggio dei mezzi, cambio filtri e liquidi e sostituzione pneumatici, ma gli era stato anche fatto presente che all'interno della Società operavano le figure professionali necessarie per iscrivere la Società alla Camera di Commercio ed abilitarla allo svolgimento delle attività di manutenzione qualificate.Nonostante il Dg fosse a conoscenza di tali importanti informazioni, nulla ha fatto per regolarizzare presso le attività di officina interna, così come non si è attivato in modo tempestivo per individuare tempestivamente le officine esterne per effettuare le riparazioni dei mezzi che da oltre due mesi andavano fermandosi, tanto da arrivare da 20 mezzi per la raccolta indifferenziata operanti nel mese di settembre a soli 2 mezzi dei primi giorni di novembre, causando il cortocircuito del sistema della raccolta dei rifiuti indifferenziati.

Assenza della politica gestionale in merito alla crisi dei rifiuti, ricorso tardivo e erroneo all'istituto della "somma urgenza": «La procedura di somma urgenza alla quale il Direttore Generale ha fatto ricorso per reperire i mezzi necessari a gestire la crisi dei rifiuti è affetta da violazione di legge. Si ritiene che il Direttore Generale abbia fatto ricorso in modo erroneo a detta procedura e solo al fine di porre rimedio, in modo tardivo, alla sua sostanziale incapacità gestionale. Il Direttore Generale ha fatto ricorso alle procedura di somma urgenza solo a far data dal 12 novembre 2018 in assenza di una dichiarazione di urgenza, che non è stata resa né dal Direttore Generale né dal Responsabile Tecnico. Peraltro, si deve osservare che al momento in cui il Direttore Generale fa ricorso alla "somma urgenza" non si può neppure parlare di un evento critico imprevedibile, ma di una situazione generata dalla sostanziale incapacità gestionale del Direttore che ha avuto origine già nel mese di ottobre e che si è resa evidente nel mese di novembre. La violazione risulta ulteriormente aggravata dal fatto che, nel fare ricorso alle procedure della somma urgenza, il Direttore Generale ha invocato una pretesa dichiarazione che avrebbe reso al riguardo il Socio Unico, laddove invece il Socio Unico non ha mai dichiarato l'urgenza anche perché non di sua competenza, essendosi limitato ad invitare il Direttore Generale ad adottare tutte le iniziative necessarie a rimuovere le cause e risolvere la crisi.

Violazione della normativa sulla somma urgenza: « Non è stato redatto il verbale per dichiarare il preteso stato di emergenza che avrebbe giustificato il ricorso alle procedure della somma urgenza».

Danno erariale derivante dal ricorso alle procedure di urgenza adottate per risolvere il cortocircuito del sistema di raccolta dei rifiuti: «Il Direttore Generale ha causato un enorme aggravio dei costi aziendali per far fronte al cortocircuito del sistema dei rifiuti causando una duplicazione di costi tra quanto previsto dal contratto di usufrutto tra MessinaServizi e Messinambiente ed il nolo dei mezzi per sopperire a quelli non tempestivamente riparati. A tali costi è necessario aggiungere i maggiori costi per gli straordinari dei lavoratori ed i maggiori costi del conferimento in discarica di rifiuti indifferenziati certificato dalla diminuzione nel mese di ottobre e novembre della raccolta differenziata. Da non sottovalutare l'aggravio dei costi del prolungamento delle attività di ribaltamento dei costi con Messina Ambiente non tempestivamente sostituiti dai nuovi fornitori di beni e servizi individuati con procedure di evidenza pubblica.

Destituzione delle figure amministrative intermedie abusando dell'attribuzione del potere di avocazione conferitogli dal CdA e dal Socio Unico: «Il Direttore Generale ha destituito le figure amministrative intermedie, formulando nei confronti delle stesse l'accusa di avere ostacolato e/o rallentato la gestione del servizio, abusando del potere che, su sua esplicita richiesta, gli era stato conferito dal Socio Unico e formalizzato dal Cda. La scelta dell’immediata e generalizzata destituzione delle figure amministrative intermedie espone la Società, e per essa il Socio Unico, alle azioni giudiziali che i funzionari potrebbero decidere di intraprendere avverso gli atti di destituzione, con possibili risvolti risarcitori soprattutto considerato il fatto che il Direttore Generale ha appuntato la sua azione esclusivamente nei confronti dei dipendenti che, a loro volta, avevano, già da prima, mosso contestazioni al suo operato».

Per tutti questi motivi il sindaco De Luca, in quanto socio unico di MessinaServizi, ha dato mandato al Cda di «valutare se quanto innanzi esposto possa configurare un'azione disciplinare che porti alla revoca dell'incarico del Direttore Generale per oggettive incapacità gestionali».

Sotto il profilo soggettivo, sono state contestate anche le dichiarazioni che Iacomelli ha reso alla stampa sia con riferimento allo stato della crisi, sia quelle rese in sede di commissione consiliare del 30 novembre 2018 nel corso della quale il Direttore ha contestato l'indirizzo espresso dalla Amministrazione in merito alla liquidazione della Società in virtù ed applicazione dell'art. 14 Testo Unico Società Partecipate, esponendo il Socio Unico ed il CdA, presenti a loro volta in Commissione, ad un confronto politico dal quale è emersa la sostanziale difformità di vedute del Direttore Generale rispetto alla linea dettata dall'Amministrazione. Ulteriore profilo di contestazione attiene alle iniziative intraprese dal Direttore Generale in assenza di previo accordo e senza il consenso del CdA e del Socio Unico.

Francesca Stornante

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