Non scherziamo, sto Gay Pride non s’ha da fare. Dovremmo veder sfilare gente truccatissima, vestita di pelle, reti e borchie? Dove pensate di essere, a Piazza Cairoli il sabato pomeriggio? Noi che facciamo della sobrietà la nostra bandiera, sempre misurati e attenti a non strafare, non possiamo sopportare queste ostentazioni. Il no della città si leva da più parti trova base su argomentazioni inconfutabili, assiomi da cui nessuno può dissentire, per la solidità e l’originalità dei postulati.
Ognuno è libero di fare quello che vuole, ma senza esibizionismi. Siamo gente discreta, non amiamo parlare delle faccende altrui e non vogliamo neanche saperle. Se qualcuno osa confidarci pettegolezzi su chicchessia, noi ci copriamo le orecchie e cantiamo Va pensiero meglio di Pavarotti. Noi che non conosciamo neanche i nostri vicini di casa, che alle riunioni di condominio ci sentiamo spaesati e soli come bimbi il primo giorno di scuola. Noi che teniamo basso il volume della tv – mica lo devono sapere tutti che guardiamo Barbara D’Urso – che quando abbiamo un alterco familiare ci insultiamo col linguaggio dei segni per non alzare la voce. Noi siamo quelli che quando compriamo un nuovo SUV o il Samsung 27 plus ultra ce ne vergogniamo quasi, tanto odiamo ostentare. Evitiamo qualsiasi capo griffato, se è il caso mettiamo l’adesivo sui marchi, come in TV, e infiliamo la Louis Vuitton nella shopping bag di Pittarosso. Siamo gente umile, che quando va in vacanza si disattiva pure i profili social, che non desideriamo si sappia dove siamo e quanto lontano possiamo permetterci di andare.
Abbiamo il dovere di tutelare la famiglia tradizionale. Guai a chi dissente. Teniamo così tanto alla famiglia tradizionale che qualcuno di noi ne ha messo su più di una contemporaneamente. E riusciamo a mantenere serenamente due o più compagni/e. Perché siamo fieramente etero, talmente etero che più gente lo sa, meglio è. Certo, capita che ci si separi, si divorzi, si trovi nuovi compagni di vita. Il più delle volte però teniamo unita la famiglia. E se per farlo dobbiamo sciogliere un paio di imodium nel caffè di nostra moglie o scrostare il water con lo spazzolino di nostro marito, che male c’è? I problemi ce l’abbiamo tutti, basta che nelle foto su instagram non si veda.
Dobbiamo dare il buon esempio ai nostri figli. Siamo genitori modello con figli modello. Vogliamo che vedano il libero sfoggio dell’orgoglio omosessuale? Non scherziamo, li abbiamo tirati su così bene! La maggior parte della gioventù messinese ha valori che Madre Teresa levati proprio. Sono attivi nel volontariato, ad esempio, preoccupati della crisi economica in cui versa la nostra città, sostengono locali e discoteche fino a tarda notte. Occupano le piazze e le strade del centro storico disquisendo di astrofisica e di problematiche ambientali con cotanto ardore che sono costretti a mandar giù litri di birra. È per questo che il giorno dopo troviamo dozzine di bottiglie e lattine in giro, come segno tangibile dei loro talenti. E sono premurosi. Appena si accorgono di aver fatto tardi, corrono a casa a 120 km orari in pieno centro preoccupati di dare ansia ai genitori. E per allietare i concittadini, diffondono anche musica napoletana, che fa sempre piacere sentirla. Vogliamo davvero traviare queste menti innocenti?
Pensiamo ai veri problemi di questa città. Noi non dormiamo la notte per trovare soluzioni alle annose questioni di Messina e ci parlano di Gay Pride! Noi che siamo famosi per il nostro senso civico, che piuttosto che gettare una carta per terra ce la mangiamo, che passiamo più tempo all’isola ecologica che davanti alla tv, che pur di non parcheggiare in doppia fila torniamo a casa senza aver comprato il pane. Siamo quelli che passeggiano il cane portando con sé non i sacchetti, ma direttamente il vasino, che in auto non sanno neanche dov’è collocato il clacson, che rimproverano i piccioni se si permettono di espletare le loro funzioni fisiologiche sui nostri monumenti. Quindi, non parlateci di frivolezze e carnevalate che siamo concentrati su progetti cittadini seri e importanti.
Non abbiamo nulla contro i gay, anzi abbiamo un sacco di amici omosessuali. A parte il fatto che l’amico gay era fico già negli anni ’90 e noi abbiamo fiuto per tutto ciò che fa tendenza, non dimentichiamoci poi che siamo uno dei popoli più generosi e magnanimi di questo paese. Non negheremmo mai la nostra amicizia a qualcuno perché è gay, celiaco, claudicante, sordomuto, anemico o affetto da altra patologia.
Il Signore non vuole. Ebbene sì, qualcuno ci ha parlato e ne ha saggiato il parere. Rumors dicono che sul Gay pride sia irremovibile, su tutto il resto può chiudere un occhio.
sarcasmo corrosivo- ma il quadro reale di una città in agonia-
La solita ipocrisia buonista, di una persona che vive in un città allo sbando con gente allo sbando,che s’indigna x chi sbraita contro il gay o la lesbica ( xchè adesso fa moda schierarsi su questo fronte,finita la pacchia degli immigrati ora va di moda l’omessessualità) ,ma che chiude gli occhi sulla coscienza civica di un popolo che è allo sbando da sempre, dove non ci sono servizi, non esiste rispetto del prossimo, da anni SEMPRE agli ultimi posti delle classifiche sulla qualità della vita, ma il problema di questa città è chi si schiera contro una sfilata di “esibizionisti”…..ormai non sapendo piu’ a dove attaccarsi la “sinistra radical chic” le inventa tutte…….Sicuramente LEI è una di quelle che ha amici gay che vanno in giro vestiti come pagliacci (bla bla bla), io invece ho amici gay che vivono la loro sessualità lontano da queste sfilate di esibizionismo becero dove la gente come Lei si attacca per avere un po’ di notorietà ……..
Non sono bigotta, non sono puritana, avrò mille difetti, ma quel tipo di esibizionismo non mi piace.. Sono cio che sono e non devo dimostrare niente a nessuno… non devo mettermi in mutande o truccatissima per far valere i miei diritti.. non devo ostentare, posso baciare una persona dell altro sesso… ma per far valere i miei diritti non ho bisogno del gay pride..Vi ricordate il film Philadelphia.A proposito … sono Messinese
92 minuti di applausi 🙂
Lo svolgimento del gay pride non è un problema o il problema, i problemi che attanagliano gli italiani, quindi i messinesi, sono ben altri. Invece diventa un problema per il mondo omosessuale, perché queste manifestazioni chiudono nel ghetto della diversità chi diverso non è.
Una volta una mia conoscente mi disse che dovevo smettere di vivere la mia omosessualità come uno stendardo da esibire, ché se lo facevo evidentemente non avevo altre doti su cui fare leva e temeva di vedermi sfilare per le strade di Messina con una parrucca viola in testa.
Il tempo non trascorre mai invano.