Meteo. I mari attorno alla Sicilia caldi come il Golfo del Messico

Meteo. I mari attorno alla Sicilia caldi come il Golfo del Messico

Daniele Ingemi

Meteo. I mari attorno alla Sicilia caldi come il Golfo del Messico

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domenica 08 Agosto 2021 - 07:05

Attorno alle Eolie le temperature superficiali del mare hanno raggiunto i +30°C

La persistenza di temperature largamente sopra media sta ulteriormente scaldato i mari che circondano la Sicilia. In pratica in questi giorni i mari che circondano le coste di Calabria e Sicilia si sono trasformati in un vero “brodo”, con valori molto elevati, attorno i +27°C +28°C. E picchi fino a +29°C sul basso Tirreno orientale.

Temperature in crescita

Attualmente le temperature più elevate le ritroviamo proprio sul basso Tirreno, con punte che hanno oltrepassato la soglia dei +29.5°C +30,0°C proprio a largo della costa messinese, fra le Eolie e l’area di Capo Rasocolmo. Entro la prossima settimana si potrebbero tranquillamente sfondare i +30°C, avvicinandosi ai record di +32°C raggiunti nell’agosto del 2003 davanti la costa calabrese.

La mappa relativa alle temperature delle acque superficiali dei mari attorno la Sicilia. Si raggiungono picchi di +29°C +30°C, proprio come sul Golfo del Messico

Più caldo anche il Mar Ionio

Ma anche le acque dello Ionio, soprattutto a largo, lontano dall’influenza delle forti correnti di marea dello Stretto di Messina (dove risalgono le masse d’acque più fredde dal fondo dello Ionio), si sono sensibilmente riscaldate in superficie, presentando valori davvero tropicali, uguali a quelli registrati sul Golfo del Messico o nei Caraibi (+29°C). Purtroppo questo repentino riscaldamento delle acque superficiali dei mari, oltre ad essere una minaccia per la fauna e la flora autoctona, rappresenterà anche una consistente quantità di “energia potenziale” pronta ad essere trasferita alle masse d’aria sovrastanti, per favorire lo sviluppo di fenomeni temporaleschi particolarmente violenti, capaci di scaricare veri e propri nubifragi una volta raggiunte le limitrofe aree costiere.

Possibili temporali

Al transito della prima perturbazione atlantica, seguito da aria leggermente più fresca, questo accumulo di “energia potenziale”, rappresentata dalle acque calde del mare, rischia di convertirsi in “energia cinetica”, attraverso lo scoppio di improvvisi e violenti fenomeni temporaleschi, accompagnati da fenomeni vorticosi, colpi di vento molto forti e nubifragi.

L’aria calda e carica di umidità, fornita dai mari caldi, al transito della prima modesta perturbazione atlantica può fornire quelle energie più che sufficienti per lo sviluppo dei temibili temporali autorigeneranti. Ossia dei nuclei temporaleschi violenti, ma molto ristretti nello spazio, che tendono a stazionare sopra una determinata area, scaricando su questa piogge di tipo torrenziali, con accumuli di oltre 200 mm in poche ore. Questo tipo di temporali, la cui individuazione può essere immediata, tramite l’ausilio dei radar e delle movioli dei satelliti meteorologici (sia con il visibile diurno che con l’infrarosso durante le ore notturne), solo dopo la fase di formazione della nube temporalesca sul mare, già in passato si sono resi responsabili delle alluvioni lampo che hanno martellato l’intero territorio cittadino, come quella che ha investito l’area tra Scaletta e Giampilieri l’1 ottobre 2009.

Il ciclone tropicale mediterraneo Ianos che lo scorso settembre si è poi abbattuto sulle Isole Ionie provocando decine di morti, vaste inondazioni e violente mareggiate

Ma quella dei temporali “autorigeneranti” non rimane l’unica insidia. Difatti, la presenza di acque marine ancora calde nel cuore della stagione autunnale può comportare il rapido sviluppo delle rare ma insidiose ciclogenesi dalle caratteristiche tropicali (coadiuvate da forte vorticità positiva in quota), meglio note con la sigla di “TLC” (tropical like cyclone), caratterizzati da una intensa rotazione ciclonica e attività temporalesca centrale (attorno il minimo barico) che sforna venti ciclonici molto violenti e precipitazioni anche a carattere torrenziali.

Pensare al dissesto idrogeologico

In previsione di una stagione autunnale parecchio calda sarebbe anche il caso di pensare seriamente al problema del dissesto idrogeologico del nostro territorio. Approfittando del periodo più tranquillo dell’anno, sotto il profilo meteorologico, occorre muoversi già da oggi con interventi di pulizia dei torrenti e dei tombini, senza dover aspettare il primo acquazzone di fine agosto che poi scaricando 30 mm di pioggia in mezz’ora (che non sono due gocce d’acqua) può allagare una intera città. Se si interviene in fretta già oggi probabilmente si riuscirà a mitigare, seppur in parte, gli effetti di questi fenomeni atmosferici particolarmente violenti, purtroppo inevitabili visto l’enorme serbatoio di “energia” che in questi giorni continua ad accumularsi sulla superficie del mare.

3 commenti

  1. Martino Sergio 8 Agosto 2021 12:20

    Sempre interessanti questi articoli…tuttavia vorrei capire perché sta accadendo ciò o meglio perché l’estate 2021 per noi al sud e Sicilia è un vero incubo con caldo persistente ormai dal mese di giugno!Mentre il resto dell’Europa continentale Italia del nord compresa non conosce il caldo! Anzi….noi qui ormai siamo allo stremo..caldo, siccità, incendi ecc tutto per rendere la nostra esistenza sempre più difficile!? Veramente il clima è impazzito o cosa??..grazie

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  2. Ma quando mai a Sant’Alessio l acqua era ghiacciata da polo nord

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  3. fatevi il bagno a letojanni l’acqua è gelida come trent’anni fa

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