La Cisl Messina scrive all’amministrazione approfondendo i quattro aspetti su cui occorre lavorare per il miglioramento del servizio
Si riaccendono i riflettori sulla Metroferrovia. Un’occasione troppo spesso sprecata, una potenzialità nell’offerta del trasporto pubblico cittadino che però non si integra con il sistema presente, un’opera che anche dal punto di vista delle infrastrutture lascia molto a desiderare.
In campo per la Metroferrovia scende anche la Cisl. «Un servizio centrale della mobilità cittadina, ma assolutamente migliorabile». Il sindacato e il suo Dipartimento della Mobilità, dopo il forum dello scorso 28 febbraio sull’aggiornamento del Piano urbano del Traffico, hanno scritto una lettera al Sindaco e al Vice sindaco per sottolineare le criticità attuali del servizio di metropolitana leggera che, con i suoi 15.3 km, collega Giampilieri al centro della città.
«Uno sforzo lodevole, quello del coinvolgimento dei cittadini – ha scritto il segretario generale Tonino Genovese – che bisogna riconoscere all’Amministrazione. Concordiamo sulla necessità di migliorare la velocità del vettore, attualmente intorno ai 30 minuti, ma che rappresenta pur sempre un risultato competitivo, se paragonato alle condizioni di traffico sulla viabilità urbana della zona sud».
I quattro problemi
Gli studi effettuati dal Dipartimento della Mobilità della Cisl Messina hanno messo in luce gli aspetti che, da studi effettuati, sono stati decisivi per il mancato decollo di questa modalità di trasporto.
«Sono quattro – dice Genovese – dal costo dei titoli di viaggio, senza agevolazioni e senza la necessaria integrazione tariffaria, all’offerta commerciale inadeguata e la mancata integrazione con altri vettori. Quindi le infrastrutture, con riferimento alle quali è necessario migliorare l’accessibilità delle fermate e la riqualificazione urbana. Infine, anche la disaffezione della clientela e la scarsa promozione dei servizi».
Il confronto con altre città
L’analisi della Cisl prosegue punto per punto. Iniziando dalla mancata integrazione tariffaria della Metroferrovia con gli altri vettori e da un sistema tariffario che non offre alcuna agevolazione, a differenza di altre realtà. Gli utenti dell”area urbana di Palermo, ad esempio, possono contare su una tariffa unica (1,50 euro corsa semplice; 10,80 abbonamento settimanale; 28,60 abb. mensile; 257,50 abb. annuale) per una estensione da Roccella a Sferracavallo (15,4 km) e Giachery (10,039 km). Sono previste altre agevolazioni per l’aeroporto di Punta Raisi (35,674 km), collegato alla città con tariffe speciali. Inoltre, ai viaggiatori provenienti o diretti all’esterno della stessa area urbana c’è un abbuono della tariffa per lo spostamento da e per la Stazione Centrale di Palermo.
Invece, l’attuale Metroferrovia nell’area urbana di Messina, che si estende per 15,354 km da Giampilieri alla Stazione Centrale di Messina, non usufruisce di alcuna agevolazione tariffaria; ad essa si applicano le tariffe per i viaggi di corsa semplice (2,50 adulti e 1,70 ragazzi) e per gli abbonamenti mensili ed annuali (49,60 mese e 463,20 anno).
Un messinese è dunque costretto a pagare per lo stesso servizio 1 euro in più per la corsa semplice rispetto all’analogo chilometraggio dell’area urbana di Palermo, 21 euro in più per un abbonamento mensile e ben 205,70 euro in più per un abbonamento annuale.
Gli ulteriori tagli
«Come se ciò non bastasse – continua la lettera della Cisl – un’ulteriore beffa è stata il taglio dei treni della Metroferrovia proprio per compensare la maggiore offerta Palermo-Punta Raisi, scesi dalle 28 corse del 2017 alle attuali 14. Un’offerta inadeguata che si sviluppa in una fascia oraria eccessivamente limitata considerato che l’ultimo treno della Metroferrovia parte da Messina alle ore 16:40. Inoltre il servizio risulta del tutto svincolato sia logisticamente sia come coincidenza temporale con gli altri vettori del trasporto pubblico locale».
Il caso Punta Raisi
Da un confronto veloce con la Metroferrovia di Palermo, emerge come nel capoluogo siano ben 74 treni tra Palermo e Punta Raisi e 60 fra Palermo Notarbartolo e Giachery. In tema di infrastrutture, poi, salta subito all’occhio la notevole differenza degli investimenti operati: per la realizzazione dell’anello di Palermo sono stati investiti 1.152 milioni (e altri 277,1 programmati), mentre per la Metroferrovia di Messina solo 102 milioni.
Le stazioni VIDEO
Per la Cisl occorrerebbe riqualificare le aree intorno alle stazioni di Gazzi e Contesse, quest’ultima dotata di una vastissima area del dismesso scalo merci appartenente a RFI, in previsione peraltro della prevista “piastra Logistica” che ricade attigua. «Sono aree vaste – precisa Genovese – che risulterebbero appetibili anche ad investitori privati in presenza di adeguate infrastrutture di accesso».
Metroferrovia cenerentola
Infine il quarto aspetto, ovvero quello della scarsa frequentazione del collegamento Messina-Giampilieri, divenuta la “cenerentola” dei servizi ferroviari siciliana. «Il problema – secondo la Cisl – nasce dalle frequenti disfunzioni (guasti dei materiali rotabili, carenze di personale, criticità della circolazione) che si ripercuotono troppo spesso nella improvvisa soppressione dei treni della Metroferrovia. Questa inaffidabilità ha scoraggiato la clientela che si era accostata al servizio e, allo stesso tempo, allontanato quella potenzialmente interessata. Aggiungiamo anche che è mancata una adeguata campagna conoscitiva dei servizi della Metroferrovia con le istituzioni del territorio, dalle scuole ai quartieri, sino alle attività».
La Cisl ha quindi esortato l’Amministrazione affinché sul trasporto pubblico vengano impegnati anche i Governi Regionale e Nazionale, oltre che Trenitalia, per superare gli effetti di un sistematico e strategico abbandono che si è registrano sul nostro territorio nell’ultimo decennio.