Metroferrovia di Messina. Siracusano: "Ecco cosa serve perché funzioni"

Metroferrovia di Messina. Siracusano: “Ecco cosa serve perché funzioni”

Redazione

Metroferrovia di Messina. Siracusano: “Ecco cosa serve perché funzioni”

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martedì 27 Ottobre 2020 - 14:43

Le richieste del presidente della II municipalità

“L’assessore Falcone ha mantenuto l’impegno preso il 5 ottobre (durante l’incontro organizzato da Tempostretto, ndr) di convocare una riunione con Trenitalia. Sono ottimista ma in modo cauto, considerato il lungo tempo trascorso aspettando che la Metroferrovia di Messina possa diventare una realtà dinamica, allettante e ragionevole. Ma purtroppo fino ad oggi ha rappresentato un’infrastruttura dalle ineguagliabili potenzialità, incastonata nell’elenco delle occasioni sprecate”.

Lo dice il presidente della II Municipalità, Davide Siracusano, che auspica si parli di biglietto integrato, “causa principale e motivo per cui il servizio non è mai decollato, in quanto la mancanza di un biglietto unico, regolato da una tariffa “popolare” ha fatto fallire la possibilità di viaggiare insieme con treno, bus e tram. Più volte l’assessore Falcone ha promesso che Messina avrebbe avuto già entro novembre il suo biglietto integrato, ma deve essere economicamente ancora più conveniente di come già sperimentato a Palermo. Il nodo cruciale resta quello finanziario. Perché dev’essere un biglietto sostenibile in cui Regione e Trenitalia devono investire, non in minima parte ma in maniera considerevole. Nei mesi scorsi l’Ars ha votato un ordine del giorno, che impegnava il governo regionale a utilizzare delle risorse già individuate, disponibili ed erano solo da impiegare per coprire il biglietto unico. Risorse economiche provenienti dalle penali che le Ferrovie devono pagare proprio alla Regione Sicilia, evidenziando il Contratto di Servizio 2017-2026, sottoscritto a maggio 2018, relativo al trasporto pubblico ferroviario di interesse regionale e locale, con particolare attenzione ai commi 5 e 9 dell’articolo 14 e ai commi 2 e 3 dell’articolo 15. Da allora però è trascorso altro tempo, aggiungendosi al decennio passato senza che sia cambiato nulla”.

La speranza è che dall’incontro di giovedì si possa “iniziare a definire un vero rilancio della metroferrovia riavviando un veloce e snello dialogo, negli anni le promesse, gli impegni, le buone intenzioni si sono sprecate, scontrandosi sempre con i fatti che hanno portato l’opera e il servizio ad essere quella di oggi, appunto non considerata da nessuno. Nonostante 40 milioni di euro spesi, per la realizzazione dell’opera, la soluzione è risaputa da tutti, serve un biglietto economicamente vantaggioso e un numero di corse che renderebbe il servizio una vera metropolitana fuori terra,  raggiungendo  il centro città e viceversa dal vastissimo e popoloso comprensorio della zona centro sud della città, con stazioni e fermate da migliorare sotto l’aspetto viabile e logistico per essere facilmente raggiungibili dall’utenza, con fermate degli autobus provenienti dai villaggi collinari e parcheggi auto proprio a ridosso delle stazioni”.

Tra i motivi del fallimento, oltre alla mancanza del biglietto integrato, anche il mancato raccordo col servizio Atm, che risulta sovrapposto nel percorso a un prezzo ragionevole. “Serve un piano di intermodalità. Per esempio la stazione di Contesse potrebbe essere raggiunta creando l’ingresso pedonale lato ovest dal villaggio Unrra nell’area dismessa di Rfi, con la creazione di un ampio parcheggio nella stessa area lato sud (lato torrente San Filippo), abbandonando definitivamente il vecchio sottopasso di Via Contesse, mentre la stazione di Gazzi con il prolungamento del capolinea sud del tram più a valle”.

In definitiva, “quello che si chiede è ben chiaro e scritto nel contratto di servizio e considerato che la mobilità rappresenta uno dei settori di maggiore importanza in relazione al tema della vivibilità e della sostenibilità ambientale delle aree urbane, la città di Messina non può più aspettare. Chiediamo a gran voce una migliore e snella organizzazione, affinché il contratto di servizio non sia considerato un libro dei sogni, ma sia rispettato per la concreta attuazione di quanto previsto dallo stesso, in primis ripristinando le 28 corse e contestualmente una reale collaborazione tra le parti interessate dal tpl, attuando con i fatti e non a parole il servizio integrato urbano ferro-gomma della città di Messina”.

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