Il deputato Pd evidenzia che in realtà è tutto nel contratto di servizio regionale e serve solo mettere gli attori al tavolo per rilanciare il servizio messinese
La Metroferrovia di Messina, un’infrastruttura potenzialmente importantissima ma mai valorizzata appieno e messa a sistema in un’ottica di offerta integrata di trasporti. E così sui treni della Metroferrovia i passeggeri sono sempre meno e le corse dimezzate per lo scarso utilizzo.
La questione è finita al centro di una interpellanza urgente del deputato messinese Franco De Domenico. Anche l’esponente del Pd all’Ars evidenzia come, a fronte dei significativi livelli di efficienza del servizio di collegamento urbano, questo risulta scarsamente utilizzato dall’utenza principalmente per due motivi.
I problemi
Innanzitutto, perché privo di un sistema di raccordo con il servizio di mobilità urbana erogato dall’Atm che, viceversa, risulta ingiustificatamente sovrapposto nel percorso e, secondariamente, ma non meno importante, in ragione della onerosità del prezzo del biglietto, che potrebbe essere eliminata attribuendo al sistema tariffario dellaMetroferrovia di Messina le stesse agevolazioni tariffarie previste per l’area urbana di Palermo, nonché per il tratto che collega il capoluogo all’aeroporto di Punta Raisi.
«Sarebbe fondamentale la realizzazione di un piano di intermodalità e di integrazione tariffaria tra i servizi dell’Azienda Trasporti di Messina e quelli dellametroferrovia, così come succede in quasi tutte le città metropolitane italiane, che permetterebbe di realizzare un efficiente sistema di mobilità urbana, e di razionalizzare la spesa pubblica nel settore, evitando inutili sprechi».
Il contratto di servizio
Tra l’altro è già tutto nel Contratto di Servizio 2017-2026, sottoscritto il 9 aprile 2018, relativo al trasporto pubblico ferroviario regionale e locale. Per esempio al comma 5 dell’articolo 14 si prevede che le Parti si debbano impegnare a predisporre “entro il 2019 un programma di incentivo all’utilizzo del trasporto pubblico, non solo ferroviario, ma anche per la valorizzazione dei servizi sia ferroviari che di trasporto pubblico su gomma (ad esempio titoli integrati), anche attraverso l’individuazione di forme di agevolazione in relazione a parametri che valorizzino le politiche sociali della Regione” e al comma 9, che le parti si debbano impegnare a sviluppare “un progetto di evoluzione del sistema tariffario che, anche attraverso soluzioni tecnologiche di bigliettazione elettronica, consenta di implementare sistemi di tariffazione integrati tra i diversi Vettori di trasporto pubblico “.
La questione Messina
Al comma 2 dell’articolo 15 si parla proprio di Messina e si prevede che “le parti si impegnano a definire, con il coinvolgimento degli enti di programmazione competenti, il progetto di integrazione modale dell’intera offerta di trasporto pubblico locale a Messina, considerando anche il collegamento con la Penisola”, mentre il comma 3 dello stesso articolo specifica che“obiettivo di tutti i progetti orari dovrà essere un modello di esercizio di trasporto integrato multimodale che, realizzando le necessarie sinergie tra i soggetti TPL operanti nel territorio di riferimento, modernizzi il sistema della mobilità per i residenti, caratterizzi il contesto ambientale e ne potenzi l’offerta turistica“.
«Insomma, ciò che si chiede – afferma De Domenico- è scritto nel contratto di servizio e considerato che il settore della mobilità rappresenta uno degli ambiti di maggiore importanza in relazione al tema della vivibilità e della sostenibilità ambientale dei contesti urbani, la città di Messina necessiterebbe, non di una riduzione degli investimenti, come quella realizzata da Trenitalia per la metroferrovia di Messina, bensì di una più razionale ed efficiente organizzazione.
Non solo buone intenzioni
Il contratto di servizio non dev’essere considerato un libro di buone intenzioni ma un impegno giuridicamente vincolante tra le parti e conseguentemente da un lato la concreta applicazione di quanto previsto dallo stesso (e quindi l’immediato ripristino delle 28 corse) e dall’altro una reale collaborazione tra i diversi attori del TPL, (Regione, Consiglio Comunale, Sindaco, ATM, Trenitalia e parti sociali), al fine di ottimizzare le “invero scarse” risorse a disposizione».
Le domande all’assessore regionale
De Domenico pone delle domande precise all’Assessore: quali servizi siano stati implementati da Trenitalia a fronte della riduzione del numero di corse della metroferrovia di Messina; se ritiene di intervenire presso Trenitalia per ripristinare il numero di corse originario; se, in aderenza al contratto di servizio, intende promuovere un tavolo di confronto tra i diversi attori del TPL, finalizzato alla realizzazione di un piano di intermodalità e di integrazione funzionale e tariffaria tra Trenitalia e l’Azienda Trasporti Metropolitana della Città di Messina; se, infine, sono previste a tal fine risorse adeguate all’obiettivo.