“Il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini all’interno del territorio nazionale – scrivono i tre segretari di settore, Foti, Testa e Lasagni - non può essere una variabile indipendente, e lo Stato ha il preciso dovere di tutelare, in un territorio già fortemente colpito dalla crisi, quei livelli minimi di vivibilità,requisito fondamentale per la convivenza civile e democratica”
Dopo le note dell’Orsa, quella di Cgil, Cisl e Uil. I rappresentanti delle tre sigle sindacali hanno scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al ministro per le infrastrutture e i trasporti, Maurizio Lupi, per chiedere l’immediato stanziamento dei fondi per la prosecuzione del servizio di Metromare.
“Il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini all’interno del territorio nazionale – scrivono i tre segretari di settore, Foti, Testa e Lasagni – non può essere una variabile indipendente, e lo Stato ha il preciso dovere di tutelare, in un territorio già fortemente colpito dalla crisi, quei livelli minimi di vivibilità,requisito fondamentale per la convivenza civile e democratica”.
Oltre che per pendolari e turisti, ripercussioni si avranno anche sul fronte lavorativo. “La società Ustica Lines S.p.A. – concludono – che insieme a Bluferries del gruppo RFI S.p.A., hanno dato vita a Metromare per gestire finora quei collegamenti, ha appena comunicato che a queste condizioni, dal prossimo 28 giugno, licenzierà il personale e toglierà i battelli dallo Stretto. Se non avverranno fatti nuovi, dunque, da quella data le linee potrebbero essere gestite solo da Bluferries che, con i soli 2 battelli a disposizione, si troverebbe nell’oggettiva impossibilità di garantire contemporaneamente le linee per Villa San Giovanni e per Reggio Calabria, sacrificando molto probabilmente l’ultima di queste”.