La Vara, la stampa e il sacrosanto diritto di cronaca

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lunedì 08 Agosto 2011 - 08:31

I giornalisti fuori dalle corde? Interviene il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Corradino: «Non si può limitare l’attività degli operatori dell’informazione. Vigileremo»

«Durante le manifestazioni religiose non può essere limitata l’attività degli operatori dell’informazione, siano essi giornalisti, fotoreporter o cameramen, poiché svolgono un ruolo fondamentale nella divulgazione e comprensione di un patrimonio di fede, tradizioni e conoscenze che nella nostra regione ha ovunque, dalle grandi città ai piccoli centri, origini antichissime e radicate sul territorio». Così il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Vittorio Corradino, interviene con forza dopo l’annuncio, arrivato nel corso della conferenza stampa di presentazione della processione della Vara, sulle limitazioni di accesso della stampa all’evento del 15 agosto. “Motivi di sicurezza”, era stata la spiegazione data dall’assessore Dario Caroniti e dagli esponenti del comitato Vara, dopo l’incidente dell’anno scorso che ha coinvolto un fotoreporter. Ignorando, però, che si trattasse di un fotografo amatoriale, non di un professionista chiamato a svolgere il proprio lavoro, un dovere e anche un diritto.

«L’Ordine – ha aggiunto il presidente regionale – vigilerà sulla corretta applicazione del fondamentale diritto di cronaca dei colleghi messinesi». Sulla vicenda Corradino ha anche annunciato l’intenzione di chiedere un incontro al prefetto Alecci e al questore Gugliotta, dichiarandosi disponibile a fornire tutta la collaborazione possibile per tutelare il lavoro dei giornalisti che saranno impegnati il prossimo 15 agosto. Il diritto di cronaca non può avere limiti, nemmeno dietro il “velo” delle misure di sicurezza, riscoperte dopo decenni di normale cronache giornalistiche di quello che è l’evento più amato e sentito dai messinesi.

6 commenti

  1. La Vara NON E’ una cerimonia religiosa. E’ un miscuglio di ignoranza, superstizione, sopraffazione e violenza. Basta vedere chi la tira e chi la gestisce. Nessuno conosce come vengono gestiti i soldi pubblici e privati che il “comitato” riceve. E la si vuole equiparare alla processione del Vascelluzzo o dell’Immacolata?
    Ma per favore!!!

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  2. bellissimo che ci si sciarrii tra chi tifa vara e chi vascedduzzu. siamo alla frutta.

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  3. ma come non capite che è solo idolatria allo stato puro!!!!

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  4. La Vara è religione, storia, tradizione, cultura.
    A tirare la vara, in maggior parte, sono i ceti più deboli della città.
    I cav., dott., prof., ing. ect.ect. in genere, non tirano la Vara.
    Chiunque può tirare la Vara, dal poveraccio che vive di elemosina al ricchissimo sfondato.
    La Vara richiama 200.000 persona, attraverso il satellite viene

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  5. Motivi di sicurezza ?!?!?!?
    La grettezza dei nostri amministratori, e inevitabilmente di chi da loro il consenso, supera il grottesco e offende gravemente la memoria dei tanti giornalisti caduti in guerra – anche in tempi recenti e anche giovani siciliani – per documentarne le atrocità interpretando fino in fondo il loro ruolo. Che squallore…

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  6. ……Attraverso il satellite la Vara viene vissuta anche dai nostri emigranti…..che sono tanti, e tanti segueno l’evento in televione.
    Spesso una lacrima di nostalgia si intravede nei loro occhi.
    La Vara……. la Messina di oggi attraversata dalla Messina del 500.

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