Navi in funzione solo per servizi minimi, ferme bidirezionali e Metromare, soppressi quasi tutti i treni pendolari in partenza da Messina. A Roma la rabbia dei lavoratori Servirail Wagons Lits. Presente delegazione peloritana
Una media di adesione di oltre l’80% in tutti i settori ferroviari di Messina e provincia, con punte del 100%. Ma è stato il settore navigazione, come prevedibile, a fare il pieno con adesioni mai raggiunte. In funzione solo le navi per garantire i servizi minimi, mentre sono rimaste ferme le bidirezionali di Bluvia per il gommato e la Metromare ha soppresso tutte le corse nella fascia di sciopero. Quasi tutti i treni pendolari in partenza da Messina soppressi per un’adesione di oltre il 70% del personale viaggiante in servizio, anche se scioperanti, solo per garantire i servizi minimi della lunga percorrenza. Ma anche i settori di RFI come la manutenzione della rete e rotabili hanno avuto partecipazioni oltre le medie consuete. Alta anche l’adesione dei lavoratori degli appalti, mentre una delegazione della Fit Cisl della società di accompagnamento notte Servirail si è recata a Roma per la manifestazione del settore al ministero dei trasporti.
“Lo stretto di Messina si ferma perchè i ferrovieri incrociano le braccia – affermano il segretario generale della Fit Cisl di Messina Enzo Testa e il responsabile Mobilità della Fit Cisl Michele Barresi – ci aspettavamo una grande adesione specie per i risvolti della vertenza Bluferries e Servirail, al centro dell’attenzione nazionale, ma cifre così elevate in tutto il territorio di Messina dovrebbero far riflettere i vertici di Ferrovie dello Stato ma soprattutto la politica e le amministrazioni locali e regionali, affinchè si prevenga una bomba sociale che sta per esplodere e si operi politicamente, senza demagogie e strumentalizzazioni, per ridare speranza a un segmento indispensabile alla mobilità dei cittadini e garanzie concrete per il mantenimento dei livelli occupazionali fortemente a rischio”
“Messina – continuano Testa e Barresi – è il termometro di una situazione nazionale diventata rovente in tutto il segmento ferroviario e pronta, soprattutto sul nostro territorio, a sfociare in continue forme di protesta contro la Politica di abbandono di FS che sta provocando nell’area dello stretto solo degrado e disoccupazione”. Lo sciopero che i sindacati dei ferrovieri hanno proclamato per oggi riguarda anche i cosiddetti servizi accessori e di supporto al trasporto ferroviario come le attività di assistenza alla clientela sui treni notturni, i servizi di ristorazione a bordo dei treni, i servizi di pulizia di treni e stazioni, che sono svolti da lavoratori dipendenti da imprese a cui le società del Gruppo FS hanno affidato i rispettivi appalti. “Un vera emergenza sociale per tutto il territorio messinese”, spiegano Testa e Barresi che ricordano come nel caso dei treni notturni “Trenitalia ha deciso di rescindere anticipatamente il contratto di appalto con la società Servirail senza darne comunicazione preventiva alle organizzazioni sindacali. La conseguenza immediata è stata che gli 82 lavoratori dell’impianto messinese hanno ricevuto le lettere di licenziamento con decorrenza 11 dicembre 2011”.
Sempre a seguito dei tagli di servizi programmati da Trenitalia anche la società Treno Servizi Integrati che gestisce i servizi di ristorazione a bordo treno ha annunciato 160 esuberi di cui 24 nell’area dello stretto a anche nell’ambito dei servizi di pulizie di treni e stazioni si stanno verificando da mesi criticità che hanno richiesto il ricorso ad ammortizzatori sociali determinando perdite di quote di salario per i lavoratori interessati oltre 300 tra Messina e provincia.
“Dismettere l’attraversamento ferroviario sullo stretto – affermano Testa e Barresi – significa isolare un’intera regione e soffocare ogni prospettiva occupazionale nel ferroviario siciliano. Non possiamo rinunciare, solo perché meridionali, al diritto di avere treni che viaggino in orario, puliti, con carrozze ben mantenute, dotati dei necessari servizi accessori e soprattutto le fasce deboli della popolazione devono avere la possibilità di spostarsi sul territorio nazionale e europeo anche con treni più accessibili come i treni notturni letteralmente smantellati in Sicilia da Trenitalia con la scusa, poco convincente, dell’antieconomicità del servizio che ha principalmente una funzione sociale”.
Queste le considerazioni a margine dello sciopero delle ferrovie e le prospettive nell’analisi del segretario generale della Filt Messina, Pino Foti: “L’alto livello di adesione all’ennesimo sciopero nei trasporti segnala a quella politica che ancora finge di non vedere quanto grande sia il malessere dei lavoratori del trasporto ferroviario, e come la drammatica e sistematica espulsione dal mondo del lavoro di centinaia di addetti imponga urgenti rimedi. La protesta nazionale unitaria è stata proclamata non per rivendicazioni salariali ma per la difesa dei posti di lavoro, contro il ridimensionamento dei livelli del servizio ferroviario, per l’immediata e positiva conclusione delle diverse vertenze aperte e per l’assenza di prospettive contenute nel piano d’impresa Fs. Tutti temi centrali quindi per Messina e la sua provincia, che ben prima di altri territori ha pagato, ed ancora continua a pagare, i costi più alti in termini di occupazione e servizi, alla forsennata politica di dismissione di Fs attuata con la regia del Governo.Un dato pressoché uniforme quello delle adesioni che unisce ancora una volta diretti ed indotto perchè identiche nelle varie attività sono ormai le conseguenze che gli imminenti ed ulteriori tagli produrranno, così come uguale è il loro logico e crescente timore verso il futuro.O.G.R., Bluferries, Servirail, per citarne alcune, sono nomi noti alle cronache dei giornali, e sono vertenze ancora aperte che rappresentano il dramma di centinaia di lavoratori e la prova che aldilà di ogni ridicolo pretesto, Fs, mentre affascina gli amministratori locali ridisegnando i nuovi scenari legati al “ponte” riduce anzitempo tutti i servizi, come se la quantità di collegamenti fosse un dato trascurabile nel valutare oggettivamente la necessità dell’opera.Il taglio lineare ai ministeri, deciso nell’ultima manovra economica, impedisce di conoscere con esattezza quanti treni verso il continente saranno soppressi, ma il Bilancio dello Stato, riguardo i trasferimenti alle regioni, indicano già da adesso che le risorse per il trasporto regionale si ridurranno da 2mld a meno di 700 mln, con buona pace di chi credeva che un sistema ferroviario regionale separato dal sistema nazionale potesse essere la chiave per risolvere le attuali difficoltà.Un sempre minor numero di treni con la riduzione o addirittura la scomparsa, come nel caso delle vetture letto, dei servizi fondamentali, questo è già il presente che FS ha riservato per Messina, colpendo chiaramente i lavoratori, a partire da quelli più deboli degli appalti, ma allo stesso identico modo i cittadini e le imprese di tutto il territorio.I lavoratori del settore ferroviario sono consapevoli di aver scioperato anche per difendere il diritto dell’intera collettività ma una battaglia così gravosa non può poggiarsi solo sulle loro spalle, necessità una grande mobilitazione del territorio”.
Ma allora … andatevene in Francia no?
…le FS finiscono a Napoli…ancora non se accorto nessuno!??!?…linee di comunicazione efficenti equivalgono a passaggio di merci e persone, una cosa che al Nord non vogliono…se al Sud si realizzano infrastruttue e si rimette in moto la produzione ai signori del nord prude il culo…ormai sù non c’è più niente da spremere…