I 45 sindaci dei Nebrodi hanno incontrato il prefetto per trovare una soluzione definitiva. Nasce il tavolo permanente Prefettura-comuni, che si sono impegnati a firmare la delibera dello Sprar. Il Governo dal canto suo approfondirà la questione logistica dell'ex hotel
Una giornata decisiva per la questione migranti ospitati nei Nebrodi. I 45 sindaci del comprensorio infatti, dopo il polverone alzatosi a seguito dalla barricata posta dal sindaco di Castell'Umberto Vincenzo Lionetto Civa e da altri cittadini, hanno incontrato il prefetto Francesca Ferrandino ed il capo di gabinetto Caterina Minutoli per fare il punto della situazione. Gli ospiti rifugiati, a detta degli amministratori della zona, sarebbero troppi e distribuiti male sul territorio, non tenendo conto del rapporto di comunità.
Prima dell'incontro Lionetto Civa (seguito anche da una delegazione del comitato spontaneo "Castell'Umberto senza frontiere", invitata pubblicamente dal sindaco ma poi rimasta fuori le porte dell'aula per disposizioni) si era mostrato ancora una volta fermo nelle sue posizioni, "Chiederemo una linea diretta dello stato con i sindaci, e non con le cooperative e gli albergatori. Non siamo razzisti, siamo favorevoli al parametro di 2,5 migranti per ogni 1000 abitanti e chiederemo quindi che questo sia seguito al fine di garantire una corretta integrazione". La conferenza, a cui erano presenti tutti i rappresentanti dei centri urbani nebroidei, si è svolta in toni pacifici e collaborativi, come ha spiegato lo stesso Lionetto Civa.
"Vanno ancora chiariti alcuni punti ma il fatto che ci fossimo tutti, noi sindaci dell'area interessata, ha certamente scosso l'organo delle prefettura. Abbiamo presentanto un documento in cui chiediamo che 3 punti essenziali vengano rispettati per assicurare una giusta accoglienza". Le voci della lista sono quelle già rese note nei giorni scorsi. Una totale compartecipazione tra amministrazioni locali ed istituzioni nazionali, evitando (come Lionetto Civa aveva dichiarato prima del breefing) di inserire privati nelle operazioni. Il rispetto del rapporto 2,5 migranti per 1000 abitanti, onde evitare il sovrafollamento delle strutture. Il terzo capitolo della richiesta, infine, è più una domanda: il rapporto 2,5 x 1000, oltre che per gli SPRAR, può valere anche per i CAS? "Mi preme poi sottolineare", aggiunge Lionetto Civa, "che sarebbe necessario che le perizie sugli edifici dichiarati operativi per il ministero, venissero fatte da organi locali, che conoscono il territorio, al fine di avere un quadro chiaro e veritiero".
La seduta è stata poi aggiornata di un'ora, lasso di tempo in cui il prefetto Ferrandino ed il capo di gabinetto Minutoli hanno contattato il ministero dell'interno per decidere una linea da seguire. Prima dei risultati della consultazione, il palazzo del governo ha disposto nuovi accertamenti da svolgere all'interno dell'hotel "Il Canguro", proprio per verificarne lo stato. Ed è proprio questo uno dei risultati raggiunti dall'incontro di oggi, terminato dopo quasi 5 ore di attività, che ha predisposto una collaborazione fissa tra comuni e prefettura per i sopralluoghi nelle strutture identificate per l'accoglienza. In seguito i 45 sindaci dei Nebrodi si sono tutti impeganti per firmare la delibera SPRAR, così da smaltire i rifugiati non più in centri isolati ma in tutta l'area, sperando che alla fine siano tutti i 108 centri urbani della città metropolitana a farlo. Castell'Umberto sarà sicuramente alleggerita del carico, il numero esatto di migranti che cambieranno sede si saprà lunedì prossimo, quando il bando statale d'accoglienza chiuderà la prima finestra così da poter individuare altre zone.
Ampliando il campo al nazionale, anzi, fuori dai confini, giovedì scorso proprio il ministro dell'interno Marco Minniti, insieme al presidente dell'Anci Antonio Decaro, ha incontrato a Tripoli il premier libico Al Serraj, al fine di discutere la riorganizzazione della sicurezza e degli interventi in mare e su terra, in modo da ridurre il flusso di migranti tra Africa e Italia per scongiurare la crisi. Una convenzione che coinvolge una larga parte dei primi cittadini libici, per promuovere un abbattimento, dall'interno con aiuti esterni, la criminalità che regna sovrana in questo "settore", "Facciamo un patto per liberare le nostre terre dai trafficanti", ha infatti dichirato Minniti, "Insieme nessun obiettivo è precluso".
Tornando in ambito locale anche Renato Accorinti, sindaco di Messina, con dichiarazioni su LA7 ad Omnibus esprime la sua opinione sul caso "Questa è una grande opportunità per vedere le cose come stanno. Il fenomeno della migrazione è normale, siamo tutti migranti, e dobbiamo solo avere comprensione per chi ha problemi più gravi dei nostri. E' ovvio che dobbiamo accoglierli, per me diventa reato non soccorrere persone che subiscono gli effetti dei nostri sbagli. Se qualcuno in mare è in difficoltà abbiamo il dovere di salvarlo, dobbiamo umanizzare la politica. Le quote sono relative, quando in un Comune arrivano 20 persone non è insostenibile. Una parte della politica usa questi casi come strumenti per far perdere umanità. Quando come istituzioni esprimiamo qualcosa che cavalca le paure sbagliamo, senza valori umani perdiamo tutto".
In fasce parlamentari il deputato del Movimento 5 Stelle Alessio Villarosa ha reso noto che ha depositato un'interrogazione, rivolta al ministero dell'interno, per avere delucidazioni sulla gestione del caso. "L'intento dell'interrogazione è quello sia di sapere quali siano stati i criteri di scelta utilizzati dalla Prefettura di Messina per l'assegnazione diretta degli immobili nei casi di Castell'Umberto/Sinagra e soprattutto Merì", si legge, "sia quello di sapere se e come venga attualmente garantito l'accordo Anci e ministero dellìinterno sul rispetto del rapporto medio di 2.5 migranti ogni 1000 abitanti. Ritengo sia importante che certe scelte vengano messe in atto con accuratezza e nel pieno rispetto delle regole, per evitare "frizioni sociali" inutili e pericolose".
Intanto proteste anologhe si registrano a Milazzo, dove il sindaco Giovanni Formica aveva aperto le braccia, come gesto d'accoglienza, per i migranti bisognosi. 60 rifugiati saranno quindi ospiti di una scuola elementare dismessa di via Fiumerella, gli abitanti della zona hanno anche loro protestato contro il provvedimento scendendo in strada per manifestare il loro dissenso, segnando di certo il sentiero per una scia di polemiche che probabilmente arderà ancora nei prossimi giorni.
Claudio Panebianco
PROPRIO STAMATTINA I RADICAL CHIC E I GIORNALETTI CD GIORNALONI DELLA PROPAGANDA DELL’INVASIONE DELLE RISORSE HA DICHIARATO STOP E RITORNIAMO AI RIMPATRI. E’ PROPRIO VERO CHE PRENDERE 4 “PIZZE” IN FACCIA E NEL SEDERE DOPO 4 SCONFITTE NELLE ELEZIONI PORTANO ALL’IPOCRITA POLITICA DI FERMI TUTTI COMPAGNI MARCIA INDIETRO. I GIORNALONI SONO CONOSCIUTI DALLA CITTA’ DELLA SCIURA DI CORSO MONFORTE