Bando per l'Ente Gestore: vince un consorzio d'imprese, capofila Sines Hospes

Bando per l’Ente Gestore: vince un consorzio d’imprese, capofila Sines Hospes

Eleonora Corace

Bando per l’Ente Gestore: vince un consorzio d’imprese, capofila Sines Hospes

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mercoledì 13 Novembre 2013 - 17:32

E' stata aggiudicata all'associazione temporanea di imprese con capofila la società Sines Hospes, copartecipi anche La Cascina Global Service e Sol.Co, la gara per l'individuazione di un ente gestore per il Pala Nebiolo. L'appalto scadrà il 31 dicembre, salvo proroghe

D-day per l'assegnazione del Pala Nebiolo ad un ente gestore. Il bando è stato pubblicato dalla Prefettura di Messina il 30 ottobre scorso e i margini di consegna della partecipazione sono scaduti entro le 13 del 12 novembre. Oggi l'apertura delle buste e l'individuazione della società vincitrice attualmente è in via temporanea, diventerà definitiva dopo la meticolosa verifica della documentazione fornita.

Ad aggiudicarsi la vincita del bando l'Associazione temporanea d'impresa con capofila la Sines Hospes – società che appartiene alla Senise di Potenza – a cui partecipano anche La Cascina Global Service e Sol.Co. L’offerta che è stata considerata la più vantaggiosa stabilisce 24 euro e 33 centesimi per ogni migrante, cifra che comprende, oltre al vitto, una poket money di 2,50 euro quotidiane e un kit d’igiene, mentre l’ente gestore dovrà provvedere anche all’assistenza sanitaria, alla registrazione e al decoro dei locali. Aveva svolto le funzioni di ente gestore del luogo, finora, la Croce Rossa, ma in via assolutamente provvisoria.

Non si aggiudica la vittoria la società Sisifo, principale azienda tra quelle che gestiscono il Cara di Mineo, che aveva offerto un badget di 29,40 euro. La Cascina Global Service, attiva a sua volta anche a Mineo, già forniva il servizio mensa per affidamento in direttissima da parte della Prefettura quando fu aperto il centro con l'arrivo dei primi cinquantadue migranti, provenienti principalmente dal Corno D'Africa. Il servizio in contratto è per ottanta persone, questo a causa della situazione in continua evoluzione del centro che non permette la certezza circa la durata della permanenza dei vari gruppi di migranti.

La società Senis Hospes è stata recentemente citata in un articolo pubblicato su Repubblica.it a firma di Raffaella Cosentino il 16 ottobre 2013. Nel pezzo intitolato: “Il grande bussnes dei Centri d'Accoglienza”, nella sezione che riguarda il Cara di Mineo, si legge, infatti: “Senis Hospes di Senise (Pz) ha come presidente Camillo Aceto, che quando era vicepresidente di Cascina è stato imputato in un processo a Bari sul servizio di pasti delle mense ospedaliere e scolastiche per i reati di falsi e frode nelle forniture pubbliche. Tre anni fa in primo grado il reato è stato prescritto”. A tal proposito è arrivata in redazione la rettifica di Benny Bonaffini in nome e per conto del dottor Camillo Aceto e delle ditte Senis Hospes Coop. Sociale, La Cascina Global Service S.r.l. e Consorzio Sol.Co, nella quale si precisa che “Aceto è stato assolto nel processo penale avviato nel 2003 con la formula piena perché “il fatto non sussiste” da tutti i reati più gravi ed in particolare da tutti i capi di imputazione relativi alla somministrazione di sostanze alimentari nocive e dalla maggior parte dei reati relativi ai capi di imputazione di truffa e frode nelle pubbliche forniture. (IN BASSO LA VERSIONE INTEGRALE DELLA RETTIFICA)

A nulla è valso, dunque, l'ennesimo appello del Sindaco alla Prefettura per individuare un'altra strada per garantire una migliore forma di accoglienza ai migranti giunti nella nostra città. Renato Accorinti ha scritto al Prefetto Stefano Trotta, infatti, l'ultima missiva sabato scorso, in cui chiedeva un rinvio dei termini di scadenza per il bando, per consentire un preventivo confronto con le associazioni e la società civile che chiede con forza l'indizione di un tavolo di confronto.

Il principale motivo di preoccupazione verte sul luogo in cui sono stati accolti i migranti, una palestra offerta dall'Università di Messina che attualmente funge da mega dormitorio per centottantasei persone, con tutti i problemi di decoro che questo comporta – come ci è stato confermato dalle mediatrici culturali, ad esempio, i bagni a disposizione sono solo tre. Un altro problema è quello legato allo statuto giuridico del luogo, che non rientra in nessuna delle classificazioni ministeriali, come più volte denunciato dal circolo cittadino Arci Thomas Sankara, che ha rilevato anche la scarsa informazione e assistenza giuridica riservata ai richiedenti asilo in attesa della convocazione di fronte alla commissione di Trapani.

Dal momento che il Prefetto ha posto come presupposto la necessità di ospitare i migranti in una struttura pubblica, le società che hanno partecipato al bando non sono state in grado di offrire alternative al Pala Nebiolo, dal momento che, ci spiegano: “come privati possiamo proporre soltanto strutture private”. Un'ovvietà che vincola l'istituzione di un ente gestore fino al 31 dicembre, salvo proroghe, al Pala Nebiolo stesso, con buona pace dei dubbi dell'amministrazione comunale e delle proteste di associazioni e cittadini, che nel frattempo si danno appuntamento all'assemblea indetta dal consiglio del V quartiere venerdì 15 alle ore 17, per discutere proprio del Pala Nebiolo e dell'idea di accoglienza che esprime. (Eleonora Corace)

LA RETTIFICA

" Nel mese di settembre 2010, con dispositivo di sentenza di primo grado del Tribunale di Bari, il dott. Camillo Giuseppe Aceto è stato assolto nel processo penale avviato nel 2003 con la formula piena perché “il fatto non sussiste” da tutti i reati più gravi ed in particolare da tutti i capi di imputazione relativi alla somministrazione di sostanze alimentari nocive e dalla maggior parte dei reati relativi ai capi di imputazione di truffa e frode nelle pubbliche forniture. La sentenza ha confermato altresì il puntuale ed integrale pagamento dei contributi previdenziali ed assistenziali in favore dei lavoratori. Per quanto attiene le residuali affermazioni di responsabilità, per le quali è intervenuta la prescrizione, si precisa che le stesse sono state appellate innanzi alla Corte d’Appello, con atto depositato in data 2 febbraio 2011, come da attestazione dell’Ufficio Deposito Sentenze ed Impugnazioni del Tribunale di Bari. A riprova di quanto precede è possibile verificare i contenuti del casellario giudiziale che non riporta alcuna sentenza di condanna".

3 commenti

  1. Al vecchietto che chiede l’elemosina sotto casa chi ci pensa?

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  2. Che schifo

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  3. i vostri commenti sono, davvero, da messinesi !!!

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