Sono stati trasferiti direttamente dallo sbarco oltre 100 profughi, in maggioranza siriani. Tra loro settanta minori di cui cinquanta non accompagnati. I migranti sono stati accolti nelle tende del campo da baseball limitrofo al PalaNebiolo. I Servizi Sociali del Comune annunciano il trasferimento dei primi quattordici minori
Sono almeno settantuno i minori trasferiti nelle tende direttamente dallo sbarco. Cinquanta di loro, non accompagnati. I restanti venti sembrerebbero avere la tutela di genitori o parenti. Si registra anche la presenza di un paio di “casi dubbi” per cui verrà accertata l’età. In tutto i profughi, in gran parte siriani con una minoranza egiziana, sono 115. Tra essi due donne insieme ai rispettivi nuclei familiari. Oltre le due donne, il sesso femminile è rappresentato anche da quattro bambine. Certa, inoltre, la presenza di bambini piccolissimi, anche di cinque e tre anni.
Sono arrivati nel campo da baseball limitrofo al PalaNebiolo verso le cinque del mattino di domenica direttamente dallo sbarco, avvenuto sabato notte a largo di Siracusa, in condizioni ai limiti della sopravivenza: disidratati, con i vestiti a brandelli e sotto shock. Attualmente il centro all’Annunziata è blindato, dal momento che non sono state completate le procedure di identificazione. Clelia Marano, esperta ai servizi sociali del Comune – e a onor del vero, unica dell’amministrazione ad essersi presentata al PalaNebiolo nel corso della giornata di domenica – verso le nove di sera ha incontrato un gruppo di ragazzini egiziani, che evidentemente avevano concluso la procedura e per questo hanno avuto il permesso di uscire. A presidiare la struttura, inoltre, fin dalla mattina i membri dell’Arci Thomas Sankara, sul posto in quanto l’associazione è riconosciuta come ente di tutela.
I Servizi Sociali del Comune insieme all’associazione Ai.Bi, incontrerà lunedì mattina l’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo per procedere – se tutto va bene – al trasferimento dei primi quattordici minori in una comunità idonea. Per quanto riguarda i migranti minorenni, infatti, la competenza ricade esclusivamente sull’amministrazione comunale e la rete dei servizi sociali cittadini.
Più difficile la situazione per gli adulti, per i quali solo la Prefettura, su disposizioni ministeriali, può decidere gli spostamenti. Nonostante ciò, comunque, il Sindaco Renato Accorinti, come ha dichiarato il segretario generale Antonio Le Donne, sarebbe intenzionato a firmare lunedì stesso l’ordinanza di requisizione del residence Le Dune, per suggerire alla Prefettura un’alternativa valida dove trasferire i migranti.
Mentre siamo seduti sul muretto all’esterno del PalaNebiolo, tremanti dal gelo, si avvicinano timidamente due signore. Dicono che hanno letto sulla stampa della presenza dei minori, chiedono se possono proporsi per l’affidamento, se possono essere d’aiuto “per qualsiasi cosa”. Lasciano il recapito al delegato dei servizi sociali del Comune. “Noi ci siamo” affermano volgendo lo sguardo alle spalle, quasi a voler lanciare una rassicurazione materna oltre il via vai delle pattuglie che si danno il cambio, del cancello e della rete, fino a quei bambini in tenda. Sono l’esempio di una città che non si rassegna ad un accoglienza ridotta a mere pratiche securitarie, come ha nuovamente dichiarato, senza mezzi termini, l’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo.
Il commento, desolato, di un operatore è: “il campo è pieno di bambini!”. Tania Poguish – papabile esperta per l’immigrazione del Comune e esponente dell’associazione Migralab – spiega che i Siriani non abbandonano i figli e che questi ragazzini, dunque, sono stati imbarcati dai genitori e mandati soli nel viaggio verso “nord” apposta per fare allontanare dal paese almeno loro. Ricordiamo che in Siria, da oltre un anno, imperversa una sanguinosissima guerra civile. La misura dell’inferno da cui scappano sta proprio in questo: nel gesto di una madre che preferisce affidare, separandosene, il figlio di dieci, otto anni, alla deriva di un barcone nel Mediterraneo, pur di avere una speranza per la sua salvezza. L’eco di un orrore che continua a vibrare sotto la pelle del nostro pettinato quotidiano, anche mentre stiamo scrivendo queste righe…
N.B. Il nipotino di un’attivista passata al PalaNebiolo questo pomeriggio, tornando a casa ha chiesto alla madre – preciso nell’addizione – se si poteva trovare il modo di ospitare settanta bambini. Ci chiediamo se non possa essere così semplice..
Eleonora Corace