I 100 anni di Giovanni Caravello, uno degli ultimi superstiti di Zonderwater

I 100 anni di Giovanni Caravello, uno degli ultimi superstiti di Zonderwater

Serena Sframeli

I 100 anni di Giovanni Caravello, uno degli ultimi superstiti di Zonderwater

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mercoledì 02 Aprile 2014 - 14:33

Le sue parole colpiscono direttamente al cuore, si ripercorrono anni di storia con aneddoti e ricordi vivissimi, si viaggia tra Egitto, Libia, Africa vivendo idealmente quegli anni; colpisce soprattutto la perfetta memoria del Signor Giovanni, che ha il forte desiderio di poter trovare quelli che erano i suoi compagni o familiari nel 222° reggimento fanteria Maddalena di Messina, sotto il Ten. Col. Giuseppe Ruggeri

Proseguono da lunedì i festeggiamenti dei 100 anni di Giovanni Caravello, milazzese che lunedì sera ha festeggiato tra parenti e amici questo importante traguardo, ricevendo anche una medaglia ricordo da parte del Sindaco Pino.

Con una lucidità ed una voglia incredibile di renderci partecipe della sua grande avventura, incontriamo il Signor Giovanni che, quarto di otto figli di cui ancora tre viventi, inizia a lavorare all’età di 15 anni facendo il muratore. A 20 anni entra nell’esercito, precisamente in Marina e allo scoppio della seconda guerra mondiale viene chiamato nel regio esercito e partecipa così alla seconda guerra mondiale. Viene quindi inviato a Tripoli e poi a Tobruk ma presto, anche per la poca organizzazione e i pochi mezzi militari, gli Inglesi prendono il sopravvento e il Signor Giovanni diviene quindi prigioniero. Trascorre due anni di prigionia in Egitto, per andare poi a Giarabub ai confini con il Sudan e arrivare infine in Inghilterra, precisamente a Bristol. Viene infine spostato, attraverso un lungo viaggio, in Sudafrica a Zonderwater, in prigionia in un campo di concentramento insieme ad altri ventimila prigionieri. E mentre in Italia scoppiano gli scontri tra fascisti e partigiani, tra le mille tensioni presenti anche sul campo il signor Giovanni sceglie di andare a lavorare da prigioniero arrivando così in un albergo di Belfontaine come manutentore, prendendo come paga 1 sterlina alla settimana per ben tre anni. Con l’arrivo dell’armistizio, il signor Giovanni può finalmente rientrare in Italia dai familiari che, non ricevendo nessuna notizia, lo credevano morto in guerra; è solo il giugno del 1946. Il Signor Giovanni sposa così la fidanzata che lo ha aspettato per tutti quegli anni, ha un figlio e ricomincia a lavorare come muratore prima e costruttore dopo.

Le parole del Signor Giovanni colpiscono direttamente al cuore, si ripercorrono anni di storia con aneddoti e ricordi vivissimi, si viaggia tra Egitto, Libia, Africa vivendo idealmente quegli anni; colpisce soprattutto la perfetta memoria del Signor Giovanni, che ha il forte desiderio di poter trovare quelli che erano i suoi compagni o familiari nel 222° reggimento fanteria Maddalena di Messina, sotto il Ten. Col. Giuseppe Ruggeri.

Tra mille avventure vissute tra il deserto e il ricco Sudafrica, lasciamo quindi il Signor Giovanni, una grande testimonianza di vita vissuta tra mille difficoltà, tra sacrifici ma anche tra le bellezze del mondo, con il grande augurio di vivere con serenità e di girare il mondo, imparando così il più possibile.

(Serena Sframeli)

Un commento

  1. Auguri!! Menomale che vive a Milazzo,perchè nella terra di accorinti, sarebbe stato etichettato almeno come guerrafondaio

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