Sindaco ed ormai ex Assessore sembravano sul punto di accusarsi a vicenda a causa di una frase scomoda di Maisano poi smentita.
“Siamo in una terra difficile dove politici e amministratori spesso hanno incontrato personaggi loschi e addirittura delinquenti… ma non ho mai sentito una parola contro di questi!”.
Una frase quella pronunciata dall’ex assessore Damiano Maisano durante la sua nota di commiato che ha lasciato di stucco le forze politiche e lo stesso sindaco Formica che, proprio per la gravità dei contenuti, questa mattina ha inviato una nota, dai toni comunque assai cordiali, al suo ex collaboratore per chiedere chiarimenti in merito.
“Questo passaggio del documento – scrive il sindaco facendo riferimento alla frase – mi ha profondamente turbato perché, rileggendolo a distanza di qualche giorno, lascia intendere che io sarei stato a conoscenza di frequentazione con delinquenti rispetto alle quali avrei omesso di pronunciarmi. Credo che in questi anni di stretta collaborazione tu abbia avuto modo di apprezzare con quale rigore interpreto la funzione di sindaco e con quale maniacale attenzione evito anche solo di essere avvicinato da persone poco limpide. Rigore ed attenzione che, come ben sai, ho sempre chiesto di mantenere anche ai componenti della giunta. Per questo ti chiedo di chiarire, a strettissimo giro, a cosa ti riferissi nel pronunciare questa allarmante frase che ha gettato un’’ombra sulla mia persona ed ha creato, giustamente, sconcerto tra i cittadini”.
E altrettanto cordiale è stata la risposta di Maisano. “Mi spiace che quella frase ti abbia turbato – scrive l’ex assessore – in quanto non era questa la mia intenzione. Quella frase non era riferita a Milazzo o al Comune, ma alla politica regionale e nazionale che vede la Lega differenziarsi rispetto agli altri partiti proprio per le scelte che il suo leader Matteo Salvini fa. Mi spiace per questo fraintendimento e mi scuso con te che sei una persona che conosco e stimo per il to modo di tenere l’Amministrazione sempre lontana da certi ambienti che non appartengono né a me, né a te come dimostrato in questi anni”. Equivoco insomma chiarito.