Sarebbe un sacerdote milazzese il proprietario di uno degli appartamenti sequestrati dalle forze dell'ordine perché ospitavano un florido giro di prostituzione. Insieme a lui un dipendente comunale, proprietario di un secondo immobile nella stessa palazzina, e una maitresse che gestiva le ragazze
Era un "protettore" davvero particolare a occuparsi del florido giro d'affari prodotto da una casa d'appuntamenti sul lungomare di Ponente, a Milazzo. Proprietario dell'appartamento a luci rosse sembrerebbe essere infatti un sacerdote, residente nella città mamertina da diversi anni. Il prete si trova adesso sotto indagine, insieme a un dipendente comunale proprietario di un altro immobile – nella stessa palazzina – e a una donna che avrebbe fatto da maitresse.
Sono state le denunce dei residenti a porre fine al business; pare infatti che i due appartamenti fossero molto frequentati. Al loro interno lavoravano una decina di ragazze, provenienti soprattutto dal Sudamerica, che avevano a loro disposizione sex toys e un migliaio di preservativi per soddisfare l'esigente clientela dell'hinterland milazzese. E anche i prezzi erano competitivi: si parla di soli 50/70 euro a "prestazione", con un guadagno che poteva arrivare, per ciascuna ragazza, anche a 500 euro giornalieri.
Un'attività florida, che però non è stata apprezzata dagli inquilini dello stabile, spesso disturbati – se non addirittura importunati – dagli appassionati clienti. Così, è iniziata una collaborazione con le Forze dell'ordine, culminata nel sequestro degli immobili e nella denuncia dei proprietari, che risiededono nello stesso stabile. Questi ultimi avrebbero subaffittato gli appartamenti alle ragazze a prezzi ben più alti di quelli dichiarati; gli inquilini li avrebbero inoltre avvertiti degli strani movimenti che, per tutto il giorno, si registravano intorno alle abitazioni.
Giovanni Passalacqua