La dura nota dell'associazione T.A.T. contro il decreto che regolamenta i cattivi odori prodotti dalle industrie
Se n’è parlato la settimana scorsa (14 ottobre, n.d.r.) nel corso di un convegno a Milazzo, durante il quale è emersa la proposta di catturare i gas e neutralizzarli con procedimento inverso a quello che avviene per il gas metano. “Sembrava la convention di un lancio di un nuovo profumo- – interviene adesso sull’argomento il presidente dell’associazione ‘Tutela, Ambiente e Territorio’ di Milazzo, arch. S. Crisafulli – “Un incontro realizzato con i rappresentanti delle industrie per discutere della neutralizzazione delle ‘puzze’, al quale è fornito il più ampio risalto, mentre altre e ben più basilari questioni vengono ignorate o fatte passare sotto sordina, come, ad esempio, il V.I.A. depositato al Comune di Milazzo per l’impianto HMU3 da parte della Raffineria, passato in modo silenzioso e senza essere sottoposto ad alcun ‘forum o focus’ dinnanzi ai cittadini-. Si assiste, da un po’ di tempo a questa parte, anche sui mass media nazionali, ad interventi a vario titolo nei confronti di improbabili e stigmatizzati ‘disfattisti ecologisti’, poco lungimiranti, a detta di alcuni: l’ecologia in realtà è indispensabile nel porre la questione dei grandi equilibri, delle compatibilità e della funzionalità. “Chi si occupa dell’ambiente- – continua Crisafulli nella sua nota – “non è affatto un disfattista, né uno stupido ideologo. Egli nasce e pone la questione in quanto avverte la necessità di agire a tutela di sistemi di vita oppressi e rinnegati da sistemi prevalenti, il tutto come avviene in natura, valorizzando tutte le preesistenze e sostenendo lo sviluppo del valori e della cultura. Quello che noto invece, è che si fanno sempre più discussioni su aspetti infinitamente marginali o sul nulla, senza affrontare mai il vero nocciolo della questione: lo sviluppo di sistemi economici ed industriali veramente compatibili con il diritto all’esistenza di ogni essere umano, che possa usufruire pienamente dell’ambiente a disposizione. Purtroppo- – conclude la nota – “stiamo perdendo tanto tempo per dibattere su sistemi di monitoraggio, senza alcun utile risultato mentre i tempi del risanamento si dilatano a dismisura e senza che interventi precisi da parte dei nostri rappresentanti politici ed istituzionali ci offrano speranze, mostrandoci solo di quanta debolezza, incapaci di strutturare precise direttive di sviluppo ordinato e sostenibile, siano effettivamente dotati-. Il rischio di consegnare ai nostri figli un ambiente difficilmente reversibile e sempre più enormemente inquinato e zeppo di veleni, ora anche ‘inodori’, è sempre più grande.