Le divisioni si pagano, vincono le alleanze. Ma il vero vincitore, dopo mezzo secolo è ancora l'higlander della politica: Lo Monte sindaco a Graniti
Dalle urne siciliane due i risultati: vince il centro destra e vincono le coalizioni là dove non ci sono divisioni. Non a caso a Termini Imerese, dove Pd e 5stelle si sono presentati uniti hanno vinto. Sorride Italia Viva che ha un primo sindaco, il riconfermato Di Pietro a Enna (ex Pd ma appoggiato da liste civiche di centrodestra). M5S in grande difficoltà, corre invece il centro destra che inizia così la volata verso le regionali del 2023. C’è poi un dato, ovvero quello che potrebbe definirsi “l’usato sicuro”.
Milazzo e Barcellona al centrodestra
Dando uno sguardo alla provincia di Messina vediamo che nella zona jonica trionfano le liste civiche. Diverso il discorso nella zona tirrenica. Milazzo e Barcellona segnano la netta vittoria del centro destra con l’elezione di Pippo Midili e Pinuccio Calabrò. In entrambi i comuni le divisioni (anche nello schieramento di centro sinistra) hanno penalizzato i candidati ed a vincere sono state le corazzate unite. A Milazzo Midili, con 9 liste a supporto ma ben 7 candidati a sindaco, stravince. Dopo un quarto di secolo il Pd è fuori dal Comune e le divisioni del centro sinistra si son pagate care. Midili peraltro, candidato fortemente voluto dal deputato di Diventerà Bellissima Pino Galluzzo, vince con una formula di centro destra (F.I., Diventerà Bellissima, Fratelli d’Italia) senza la Lega che correva da sola e fa un flop. Sbanca Barcellona con il 60% Pinuccio Calabrò (candidato del deputato di F.I. Tommaso Calderone) con 11 liste a supporto che hanno fatto da traino. In questo caso tiene il centro sinistra grazie a Mamì. Barcellona resta quindi di centro destra.
Lo Monte Highlander
Chi si dimostra ancora una volta il vero Highlander della politica è Carmelo Lo Monte, che svetta con ben 4 mandati in Parlamento (oltre 20 anni), da aggiungersi alla presenza all’Ars ed al governo Regionale (assessore e vice presidente) e sindaco di Graniti. Ed è proprio nella sua Graniti che torna sindaco, sia pure per soli 2 voti (ed è già richiesta al riconteggio), e con una maggioranza avversa. Insomma nonostante in 30 anni di carriera abbia cambiato una lunga serie di partiti (l’ultimo, la Lega, l’ha lasciato meno di un anno dopo l’elezione del 2018), lo zoccolo duro del suo elettorato lo conferma leader in qualsiasi ruolo o sotto qualsiasi bandiera. L’aspetto più incredibile, oggi come ieri, è che non risulta tra i più “attivi” o visibili del Parlamento. Ma a quanto pare la presenza nel territorio c’è ed i suoi elettori gli restano fedeli.