Arriva un altro no dalla Soprintendenza al vincolo etno-antropologico al borgo dei pescatori; Scimone suggerisce però la via da seguire per la salvaguardia di Vaccarella
Per la seconda volta in un anno, la Soprintendenza nega il vincolo etno-antropologico al borgo marinaro di Vaccarella, ritenendosi comunque favorevole alla tutela ed integrità del sito.
Nella nota inviata al primo cittadino e all’associazione marinara “Nino Salmeri” si legge che “il sito in questione è sottoposto a vincolo paesaggistico, limitrofo ad un ambito territoriale già dichiarato di notevole interesse pubblico con appositi decreti regionali, e ricadente in area interessata dall’adottato Piano paesaggistico ambito 9 che ha determinato la ricognizione ed il riconoscimento delle aree di valore paesaggistico- storico-culturale, stabilendone le norme ai fini della relativa tutela, si ribadisce che non sussistono i presupposti per una verifica di interesse culturale etno-antropologico”.
In merito invece alle problematiche sollevate dall’associazione dei pescatori, il Soprintendente, Rocco Scimone, ha dichiarato che procederà alla segnalazione ai beni paesaggistici al fine di salvaguardare il sito di Vaccarella da possibili interventi di trasformazione inadeguata.
Proprio in un’ottica di salvaguardia, Scimone suggerisce all’amministrazione di intervenire tramite lo strumento urbanistico del Pudm (Piano utilizzo demanio marittimo), in modo da evidenziare l’uso esclusivo del borgo ai pescatori.
“E’ stato questo – sottolinea il sindaco Carmelo Pino -anche l’intendimento dell’Amministrazione che già nel 2010 pochi giorni dopo l’insediamento si è opposta con atti e documenti e non a parole, all’ulteriore trasformazione dell’antico sito marinaro con la realizzazione di un altro pontile. Oggi leggo tanti interventi e non posso che essere contento della ritrovata attenzione verso questa zona che merita un’adeguata tutela rappresentando un esempio di Borgo marinaro, dove da decenni i pescatori utilizzano l’arenile per la sosta e l’alaggio delle proprie imbarcazioni di legno passate tradizionalmente per generazioni di padre in figlio”.
Serena Sframeli