La fermata tanto discussa in campagna elettorale si è conclusa, e l’azienda ha incontrato i rappresentanti delle ditte dell’indotto per ripercorrere le tappe di questi mesi e fare un bilancio
Ottocentomila ore di lavoro, 1400 lavoratori impegnati mediamente ogni giorno con punte di 1800 presenze, 79 ditte coinvolte, 120 km di cavi utilizzati, 900 tonnellate di strutture in acciaio costruite, 1500 tonnellate di tubi di processo installati, 170 riunioni di sicurezza e coordinamento svolte, più di 3000 distinti lavoratori formati per l'ingresso in raffineria, 7800 verifiche sugli attestati di specializzazione dei lavoratori, 260 verifiche di congruità dei progetti dei ponteggi, 430 mezzi d’opera controllati, e zero infortuni: sono questi i numeri della "fermata" di quest’anno della Raffineria Mediterranea di Milazzo, la fermata che ha fatto tanto discutere nella campagna elettorale e che veniva accusata di essere oggetto di compravendita per il consenso elettorale. Mercoledì scorso, durante l’incontro tra l'azienda ed i rappresentanti delle ditte dell'indotto coinvolte nei lavori, si sono ripercosse le tappe che hanno portato all’esecuzione della fermata.
I lavori sono iniziati ben tre anni fa con la progettazione, per passare poi all'ingegneria di dettaglio delle opere e proseguire con l'acquisto dei materiali necessari. Nel marzo dello scorso anno sono iniziati invece i lavori di pre-fermata, che si sono conclusi nell’aprile di quest’anno, mentre il primo maggio, quando gli impianti interessati dalla fermata sono stati spenti, è iniziato invece ufficialmente quella che in gergo viene definito MTA (major turnaround), conclusosi nel mese di luglio.
Ad essere coinvolti nella fermata sono stati gli impianti del ciclo di produzione della benzina, mentre tutti gli altri hanno continuato ad essere in marcia e produrre.
Ma a cosa serve la fermata programmata di manutenzione? Diventa l'occasione per finalizzare un numero notevole di interventi di investimento volti al miglioramento della sicurezza, alla minimizzazione dell'impatto ambientale, al miglioramento dell'efficienza energetica. Tra gli investimenti più importanti spicca il turboexpander, una turbina inserita nell'impianto FCC per il recupero dell'energia residua dell'impianto che permette un notevole risparmio energetico, con riduzione quindi dell'impatto ambientale globale.
Nell'ottica di un miglioramento continuo, durante l’incontro si è discusso anche del rischio di incidenti sul lavoro; per abbattere questo zoccolo duro è importante l'adozione della metodologia F.A.R.E., ovvero prima di iniziare un lavoro fermarsi a considerare cosa potrebbe non funzionare, analizzare l'area di lavoro, riflettere sulla formazione ed i dispositivi di sicurezza necessari e solo a dopo aver dato le risposte a tutte queste domande, eseguire il lavoro.
Tra i punti di forza invece ha rivestito un ruolo importante il Sicurometro, una sorta di patente a punti per il lavoratore che prevede penalizzazioni in caso di infrazione (fino alla sospensione dall'attività) ma anche incentivi premianti al fine di promuovere comportamenti sicuri.
A conclusione dell'incontro, sono state premiate le tre imprese risultate più performanti dal punto di vista della sicurezza.