Violenze in discoteca, aggressore identificato grazie a Facebook

Violenze in discoteca, aggressore identificato grazie a Facebook

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venerdì 20 Maggio 2016 - 10:02

E' stata una delle vittime a dire ai militari di esser stato picchiato duramente e senza motivo, durante una serata in un lido del lungomare.

Aggrediva senza motivo ragazzi e ragazze che, la sera, si ritrovavano in discoteca soltanto per divertirsi. Sono pesanti le accuse per Martino Calvo, barcellonese di 26 anni, commerciante già noto alle forze dell’ordine. Il giovane si trova adesso ai domiciliari con l’accusa di lesioni personali gravissime con sfregio permanente del viso.
Le indagini, scattate nell’agosto 2015 da parte dei carabinieri della compagnia di Milazzo, hanno portato velocemente gli inquirenti a chiudere il cerchio su una serie di aggressioni commesse in locali notturni la scorsa estate.

A dare input alle indagini erano state le denunce di alcune delle vittime. Un ragazzo, in particolare, aveva riferito di aver riconosciuto il suo aggressore grazie al profilo Facebook. E’ stato lui a dire ai militari di esser stato picchiato duramente e senza motivo, durante una serata in un lido del lungomare. Il giovane aveva sentito il nome del suo aggressore e, dopo una veloce ricerca su Facebook, era riuscito ad Identificarlo.

L’appello proposto dall’imputato, assistito e difeso dall’avvocato Gaetano Pino, è stato dichiarato inammissibile dalla corte di cassazione di Roma è, pertanto, a Calvo sono stati concessi i domiciliari. Ad eseguire il provvedimento sono stati i carabinieri della stazione di Milazzo, agli ordini del maresciallo La Rosa.

6 commenti

  1. Perchè solo i domiciliari?

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  2. Perchè solo i domiciliari?

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  3. MessineseIncallito 20 Maggio 2016 15:41

    Perché in Italia, fin quando non è il figlio del giudice ad essere malmenato, aggredire la gente è un reato minore

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  4. MessineseIncallito 20 Maggio 2016 15:41

    Perché in Italia, fin quando non è il figlio del giudice ad essere malmenato, aggredire la gente è un reato minore

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  5. 5 anni di lavori forzati.

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  6. 5 anni di lavori forzati.

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