L'intervento di Emilio Miceli, presidente del Centro studi "Pio La Torre"
«Le minacce nei confronti di Salvo Palazzolo, giornalista e scrittore di lunga esperienza, ci riportano alla realtà e cioè che la mafia non è scomparsa, non ha cambiato una virgola del suo modo di agire e di operare, facendo, ieri come oggi, dell’intimidazione e della violenza la sua arma fondamentale”. Lo afferma Emilio Miceli, presidente del Centro studi Pio La Torre, commentando il clima che ha portato alle ultime minacce nei confronti del giornalista di Repubblica, Salvo Palazzolo. A quest’ultimo, autore di un’inchiesta su boss scarcerati, il comitato provinciale Ordine e sicurezza di Palermo ha assegnato un scorta (fonte la Repubblica).
«Tutto questo accade in un momento, in un contesto politico e istituzionale, di forte radicalizzazione e di contrasto all’interno dei poteri dello Stato – prosegue Miceli – mentre le organizzazioni mafiose tentano di impossessarsi dell’economia legale dell’insieme Paese, oltre a gestire i proventi dei traffici. L’obiettivo da colpire, a guardare e leggere gli atti e le dichiarazioni degli esponenti di governo, è la magistratura. Del resto, il disegno è chiaro ed quello, incostituzionale, di ricondurre al governo del Paese sia la funzione legislativa sia quella giudiziaria. Inutile dire che tutto questo apre spazi alle avventure delle organizzazioni mafiose perché indubbiamente sentono che il clima, attorno alla magistratura e all’amministrazione della giustizia, sta cambiando. Il governo, dal canto suo, si sta assumendo la responsabilità di rinnovare pagine della storia di Palermo e dell’Italia che pensavamo esserci lasciati alle spalle».