La riflessione: dallo spalaneve di Palermo agli stakanovisti dell’Atm…

La riflessione: dallo spalaneve di Palermo agli stakanovisti dell’Atm…

Rosaria Brancato

La riflessione: dallo spalaneve di Palermo agli stakanovisti dell’Atm…

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domenica 20 Novembre 2011 - 07:19

Entrambi i casi, e non solo questi, sono frutto di «una pessima gestione della cosa pubblica affidata a chi considera il “pubblico” come qualcosa da depredare con ogni mezzuccio. Ognuno si arrangia come può, arraffa dove può»

Il caso degli impiegati stakanovisti dell’Atm, che sono riusciti ad accumulare oltre un milione di euro di straordinari in un anno, mi ha ricordato, per alcuni aspetti, la notizia dello spalaneve della Provincia di Palermo che nel mese di agosto ha chiesto 200 ore di straordinario. L’inchiesta della procura di Messina ha evidenziato che all’Atm c’erano dirigenti e impiegati modello, con un attaccamento al lavoro talmente encomiabile da vederli sgobbare (non sui bus, ovviamente, altrimenti ce ne saremmo accorti con tutto questo via vai di mezzi ad ogni ora del giorno e della notte), oltre alle normali ore, almeno altre 7 giornaliere, tutti i giorni, compresi domeniche e festivi. C’è stato anche chi nel solo mese di novembre è riuscito a stare attaccato alla scrivania, per 210 ore extra, quindi almeno 7 ore al giorno di straordinari, comprese le domeniche. Negli uffici dell’Atm doveva esserci il miele se persino il 26 dicembre c’era chi trascurava la famiglia per lavorare. Dipendenti con il dono dell’ubiquità perché riuscivano a stare incollati alla poltrona dell’ufficio e contemporaneamente anche alla sedia del ristorante dove stavano festeggiando la Pasquetta. La stessa frenesia operativa che aveva lo spazzaneve di Palermo che ogni estate spalava neve per ore ed ore (ad agosto persino di notte). Il dono dell’ubiquità a Messina è abbastanza diffuso, dal momento che lo possiedono anche alcuni impiegati delle cooperative che gestiscono i servizi sociali. Come denunciato dai consiglieri comunali Caliò e Conte infatti, dai fogli presenza presentati dalle cooperative al Comune, risultano impiegati presenti nella stessa ora in centri sociali distinti e distanti. Con questo scherzetto chi paga (oltre al Comune che sborsa il doppio per un servizio reso a metà) è l’utente, che in questo caso appartiene alla fascia più debole della popolazione. Tra i due centri sociali nei quali l’impiegato-ubiquo è assente c’è un anziano, o un bambino, o un disabile, che non si vede erogato il servizio per il quale l’amministrazione paga. Vi chiederete cosa hanno in comune questi tre casi di “straordinario” attaccamento al lavoro a parte, appunto, i doni mistici di questi dipendenti. Lo straordinario pagato allo spazzaneve, nonché quello sborsato agli stakanovisti dell’Atm (e i rimborsi per i chilometraggi gonfiati quasi che gli autobus collegassero Messina a Cinisello Balsamo) così come le somme per le cooperative, sono tutte spese autorizzate da qualcuno. Se lo Stato paga è perché qualcuno attesta che quelle richieste sono vere. Io posso pure dire che ad agosto ho spalato tonnellate di neve a Palermo, ma se c’è qualcuno che ne firma il via libera, o è cieco, o è distratto, o ha un senso della cosa pubblica quantomeno discutibile. Non voglio giustificare chi commette l’illegalità, ma se tutti imparassimo a considerare il denaro pubblico come un bene prezioso che appartiene alla comunità, queste forme di saccheggio non avverrebbero più. Sono convinta che il non vedere equivalga alla complicità. Anche se sono soldi della Regione, della Provincia, del Comune e non del nostro salvadanaio non significa che debbano essere buttati dalla finestra. Il senso dell’istituzione dovrebbe essere anche questo, una buona amministrazione è fatta anche di dirigenti che leggono le carte, che fanno l’interesse del pubblico, che si fermano a guardare se sentono puzza di truffa, di illegalità, di ruberia. Per ogni spalaneve ferragostano, per ogni stakanovista finto, c’è un dirigente cieco e sbadato. Parliamo sempre dei costi della politica, purtroppo ci sono anche questi costi, figli di una pessima gestione della cosa pubblica affidata a chi considera il “pubblico” come qualcosa da depredare con ogni mezzuccio. Ognuno si arrangia come può, arraffa dove può. Sulla gestione dei servizi sociali affidati alle cooperative due consiglieri comunali da mesi presentano denunce accolte dall’amministrazione col silenzio e col fastidio, quasi che invitare gli uffici a guardare le buste paga tutte uguali, gli stipendi mai pagati ai lavoratori, i servizi mai resi, sia non un dovere per una buona amministrazione, ma un mettere gli occhi dove non si deve. La giustizia farà chiarezza sui reati, ma sul malcostume non ci sarà mai alcun magistrato che potrà far nulla. Firmare per quieto vivere (nella migliore delle ipotesi), far passare le carte senza leggerle, è una responsabilità grave esattamente quanto quella di dichiarare d’aver spalato neve a luglio davanti al Duomo di Palermo o aver lavorato all’Atm il 26 dicembre. Anzi può persino accadere che a Palermo nevichi ad agosto, ma che un autobus passi a Messina, anzi, ne passino tanti quante le ore di straordinario attestate, il 26 dicembre, francamente, è di gran lunga più impossibile…..

Rosaria Brancato

7 commenti

  1. Confido solo in un ricambio generazionale che durerà non meno di una trentina d’anni.Spaziando da chi ha solo la quinta elementare a chi è plurilaureato, tutti, indistintamente nel meridione abituati ad essere “assistiti” e comprati (anche a bassissimo prezzo) innescando meccanismi di complicità e compiacenza.”chi è causa del suo mal pianga se stesso”.
    Mi dispiace solo per la minoranza di dipendenti pubblici e funzionari che con coscienza tentano nonostante tutto di produrre qualcosa di buono.

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  2. Salvatore Vernaci 20 Novembre 2011 12:01

    La gestione comunale affidata ad Aziende, Società, Cooperative deve essere tenuta, sempre, sotto controllo, soprattutto dagli Organi, ai quali la legge demanda tale funzione.
    ATM.- L’Azienda municipalizzata pubblica di trasporto è stata costituita per gestire il servizio di mobilità urbana della Città. Purtroppo, nel corso degli anni, l’Ente strumentale è stato influenzato dalle esigenze elettorali dei partiti di governo del Comune, effettuando assunzioni e generando un esubero di personale.
    L’Azienda avrebbe dovuto invece informare l’attività a criteri di efficacia, efficienza ed economicità, conseguendo il pareggio di bilancio, attraverso l’equilibrio dei costi e dei ricavi, compresi i trasferimenti. Purtroppo i risultati e la nota esposizione debitoria, hanno dimostrato una gestione fallimentare, sia da parte di chi ha amministrato l’Azienda, sia da parte degli Organi comunali che hanno conferito il capitale di dotazione e che avevano ed hanno il dovere di determinare le finalità e gli indirizzi, approvando gli atti fondamentali, esercitando la vigilanza, verificando i risultati di gestione, provvedendo alla copertura degli eventuali costi sociali.
    Si parla di scioglimento dell’Azienda e di costituzione di una S.p.A..- Bisogna però avere le idee abbastanza chiare sul da farsi. L’eventuale “scioglimento dell’ATM” non determina l’immediata estinzione dell’Azienda, in quanto occorrerà, prima provvedere, attraverso procedimenti legali, alla soddisfazione dei creditori. Questa fase di liquidazione è molto delicata perché coinvolge in “responsabilità” tutti gli attori, chiamati all’adozione dei provvedimenti.
    Recentemente la Corte dei Conti, con sentenza del 21 settembre 2011 n. 402 ha esplicitamente condannato un Sindaco ed Assessore al ramo, i componenti della Giunta,i Consiglieri comunali, gli Organi di una Società partecipata per “la gestione dissennata dell’Azienda, che si è concretizzata nel non rispetto delle regole di sana ed economica gestione, che hanno provocato danno erariale al Comune”.
    SERVIZI SOCIALI.-I servizi sociali vanno completamente riformati e non possono e non devono costituire solamente un bacino di consensi elettorali.
    Gli appalti dei servizi, affidati alle Cooperative sociali, sono stati basati sempre sul numero degli operatori da impiegare, pagando anche il “vuoto per pieno”. Basterebbe:
    – fissare dei parametri certi per l’accesso ai servizi sociali, es. limite di reddito, anziano o disabile solo, assenza di badanti ed anche di familiari, ecc…;
    – effettuare, da parte delle Assistenti sociali comunali, dei piani personalizzati di assistenza dei soggetti, in lista di ricevere dei servizi;
    – individuare, con regolare gara di appalto, le Cooperative idonee ad espletare i servizi, che diverrebbero le Cooperative di fiducia dell’Amministrazione;
    – distribuire dei buoni – voucher socio sanitari ai soggetti aventi diritto ( anziani, disabili, minori), i quali dovrebbero essere liberi di rivolgersi, indifferentemente, ad una delle cooperative, accreditate dall’Amministrazione. Ad ogni prestazione ricevuta, il soggetto pagherebbe con il voucher socio-sanitario. Le Cooperative sarebbero libere di impegnare quantitativamente le unità che ritenessero. A fine mese le Cooperative fatturerebbero le prestazioni effettuate, con allegati i relativi buoni voucher e presenterebbero i fogli paga per gli Operatori, che verrebbero pagati direttamente dal Comune, tramite la tesoreria comunale, ponendo così fine a malumori, chiacchiere e polemiche.
    Per i ricoveri (Casa Serena e Don Orione) devono essere rispettati i parametri regionali, cioè importo della retta stabilita dalla Regione, numero degli operatori secondo gli standard regionali ed azione di rivalsa verso gli obbligati per gli alimenti . Se non avverrà questo, prima o poi scoppierà un altro caso che potrebbe coinvolgere sia gli Organi gestionali del Comune, che il Consiglio Comunale, cui compete il dovere di controllo.

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  3. E’ INUTILE PIANGERE SUL LATTE VERSATO. Commentai che non vorrei essere nei panni dei messinesi di ATM quando dovranno dare conto alle famiglie di non avere protetto l’azienda pubblica dalla quale avevano la possibilità di progettare il futuro dei figli.E’ pur vero che il pesce puzza dalla testa ma è altrettanto vero che faber est suae quisque fortunae,quindi anche i dipendenti pubblici sono artefici del loro destino lavorativo,adesso messo in discussione dalla grande crisi economica e dai tagli che il governo Monti si appresta a fare su questi lavoratori.Noi messinesi non abbiamo compreso che una grande ATM significa occupazione stabile,urbanizzazione e mobilità,meno inquinamento,più isole pedonali,quindi più visitatori non messinesi e commercio.Ma i tanti praticoni sduvacati nei posti che contano annu u ciriveddu quatratu.

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  4. che all’ATM ci fosse del marcio lo sapevamo tutti ma non credo nella colpevolezza dell’Ing. Conte…. speriamo bene!!!!

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  5. Purtroppo non vedo luce ,al momento ,in fondo al tunnel buio in cui ci troviamo.Le nuove generazioni non mi sembrano più rispettose e sensibili ai temi della legalità e rispetto delle regole, rispetto alle vecchie.Non vedo come se ne possa uscire se non con metodi repressivi veri da un lato, ed un martellamento costante dentro la scuola fin dalle elementari di quello che una volta si chiamava educazione civica.Dopo la cura Bce (somministrata dagli infermieri del nuovo governo) la Sicilia penso si dovrà svegliare

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  6. sig,ra Brancato,io non me la piglio tanto( si fa per dire) col dipendente,che interpreta il sistema,ma con chi firma e certificato quel falso sapendo che E’ falso.Le cose sono due:o è un incapace o ruba pure lui.Non è possibile il contrario,la persona onesta non firma disonestà.

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  7. ma licenziateli tutti in massa, non se ne può più di questi xxxxxxxxxxx!! Poi piangono quando restano senza lavoro…cavoli loro!! vergogna!

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