Al Papardo è scoppiata la guerra delle lettere anonime. Si sono formati due fronti, uno schierato a difesa del nuovo gruppo dirigenziale ed uno a difesa del precedente e il livello dello scontro è salito. Dalle missive inviate alle forze dell'ordine, alla Procura e alla Regione emerge davvero di tutto....
Al Papardo scoppia la guerra delle lettere anonime. Da luglio in poi, dall’insediamento del nuovo Dg e della nuova classe dirigente il clima al’interno del nosocomio, a dispetto delle esigenze di “tranquillità e silenzio” del luogo, è diventato a dir poco rovente e si sono create due fazioni “l’uno contro l’altra armate”: itifosidiquellicheceranoprima e i tifosidiquellichecisonoadesso. Per semplificare potremmo dire che ci sono i “pro ante-Vullo”, ovvero quelli che stavano meglio prima dell’arrivo del direttore generale e i “pro Vullo” che sono contenti adesso. I colpi di scena, con la vicenda punti nascita e chiusura ospedale Piemonte non sono mancati e possiamo dire che, tra ricorsi al giudice del lavoro, nomine di 007, scontri con la Regione, diffide e delibere pubblicate e poi ritirate, di certo al Papardo non ci si annoia.
Ma adesso i Guelfi e ghibellini della sanità si sfidano a colpi di lettere anonime, con versioni opposte dei fatti e lunghi elenchi di reati o presunti tali, ed inviate a Procura, Finanza, Carabinieri, Anac, Corte dei Conti, ministro Lorenzin, Crocetta, Borsellino, Accorinti, vertici del Papardo e collegio sindacale. A scanso d’equivoci Tempostretto ne è in possesso solo perché sono state inviate anche a noi.
Chiaramente non possiamo pubblicare i contenuti di nessuna delle due lettere, dal momento che sono anonime. In una la firma è “i firmatari” e nella seconda “le persone per bene del Papardo”. In entrambi i casi nessuno firma perché si temono ritorsioni ed in entrambi i casi gli anonimi si dicono pronti, qualora le forze dell’ordine e la magistratura decidessero di approfondire le segnalazioni, a fornire prove, registrazioni e documenti di eventuali reati individuati, che vanno, ad una prima lettura, dall’abuso d’ufficio al danno erariale, passando per la corruzione, la violazione della privacy, la concussione, il peculato e via dicendo.
Per la verità,se ne dicono di tutti i colori l’un con l’altro, e ne esce, comunque, un quadro a tinte fosche davvero inquietante. Il Papardo da queste missive all’acido muriadico non somiglia per niente a Grey’s Anathomy o E.R., ma ci son segnalazioni che fanno pensare più a una versione televisiva dei Borgia che ad altro.
Non so se la magistratura avrà modo o se ci sono i presupposti per verificare quanto emerge dalle lettere, so però che, le accuse reciproche non vengono risparmiate ed i fronti sui quali si spara a zero sono due: da un lato i nuovi vertici, Michele Vullo, Paolina Reitano, Domenico Moncada, dall’altro i precedenti: Caruso, Elvira Amata, Francesca Parrinello. In alcuni casi le accuse coincidono, nel senso che i gruppi si accusano l’un l’altro di aver elargito incarichi legali e consulenze con manica larga a parenti ed affini o di aver fatto uso delle vetture dell’azienda per fini privati, come accompagnare figli a scuola e via dicendo. Se i “firmatari” (così si firmano) della prima missiva dichiarano in apertura di aver consegnato ad un notaio il 21 ottobre una busta con i nomi dei vincitori delle selezioni per le posizioni organizzative nonché vincitori di gare d’appalto per vigilanza e parcheggi e si dicono pronti a mostrare video e registrazioni, il personale “per bene del Papardo” (cosi si firmano gli autori della seconda missiva), annuncia di essere in grado, se interpellato dalla Procura, di fornire tutte le prove in possesso quanto ad abusi d’ufficio e altri reati riscontrati negli anni scorsi. Se “i firmatari” si soffermano sulla vicenda e sui retroscena del caso Deloitte & Touche e sulle qualità da fotoreporter dell’ex 007 Vincenzo Ciacio comprovate anche in estate durante le manifestazioni contro la chiusura del punto nascita, le persone “per bene” dipingono un quadro del Papardo ante-Vullo da far rabbrividire. Ci son “ville degli orrori dove venivano studiati piani diabolici” da parte di quellicheceranoprima al Papardo, “famigerate ville” dove si svolgevano feste il cui catering era fornito da ditte di ristorazione che lavoravano con l’azienda. Si ipotizzano “pulsioni fobico ossessive” provocate dai cambi dirigenziali e si descrive un clima di terrore delle angherie anche dopo aver archiviato il “terrorismo dittatoriale” del passato. Ci sono anche roghi e furti inscenati per cancellare le prove di acquisti mai avvenuti. L’unica cosa che non ci stupisce è la domanda relativa ai milioni di euro spesi per il Polo oncologico del Papardo (inaugurato in pompa magna dall’allora assessore del governo Lombardo Massimo Russo) e del quale non si è saputo più nulla dopo l’apertura del reparto. Dalle due lettere, tra pezzi d’antiquariato scomparsi dal Piemonte e apparsi per magia altrove, incarichi e assunzioni di amici e parenti, clima intimidatorio, atmosfere da Sodoma e Gomorra e accuse di linguaggio da osteria, viene fuori un quadro inquietante, se non altro per il livello dello scontro che a quanto pare si è alzato notevolmente.
Rosaria Brancato
Spero che in tutto questo marasma si continui ad avere come obiettivo principale “la Salute” del malato..
Spero che in tutto questo marasma si continui ad avere come obiettivo principale “la Salute” del malato..
ecco il risultato della sanità messinese.lettere anonime e stipendificio,la salute dei cittadini? cos’è la salute una cosa che si mangia?. andate a zappare in siberia.
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