Un'ordinanza del sindaco prevede l'abbattimento degli esemplari, ma il gruppo denuncia l'assenza di un numero preciso nel documento
MONTAGNAREALE – Torna a far discutere l’abbattimento dei cinghiali a Montagnareale. Il Partito animalista, attraverso un comunicato stampa, si oppone fermamente alla pratica autorizzata da un’ordinanza urgente del sindaco del piccolo centro dei Nebrodi. “Tale ordinanza sindacale”, si legge nella nota del partito, “non stabilisce alcun numero massimo di esemplari da abbattere per garantire la sicurezza pubblica e questo perché non è stata fatta nessuna valutazione al fine di accertare la concreta esistenza del problema e la sua reale entità, con le conseguenti misure da intraprendere”.
Il presidente Ceriello ha inviato un ricorso al Prefetto
Il Partito animalista non ci sta e parla di “uccisione indiscriminata e priva di criteri scientifici”. Il dirigente regionale Patrick Battipaglia contesta e si oppone fermamente a nome del gruppo: “Non si è verificato nessun fatto così grave che possa giustificare il massacro di questi poveri animali. Fermo restando che vi sono soluzioni alternative per controllare la popolazione dei cinghiali evitando azioni estreme come l’abbattimento”. E sulla vicenda è intervenuto anche Cristiano Ceriello, presidente del Partito animalista italiano: “Poche ore fa ho protocollato, via pec, il ricorso al Prefetto di Messina contro l’ordinanza del Sindaco di Montagnareale. Tale ordinanza per noi è totalmente nulla e illegittima e, pertanto, va annullata o revocata dal comune”. Il presidente conclude annunciando che a settembre sarà pronto il Piano nazionale per i cinghiali in Italia, a salvaguardia degli animali e dei territori.
è perchè solo i cinghiali. perchè non combattete per eliminare la caccia dal territorio italiano, un delle cose più barbare che si possono fare