Dall'assessorato delle autonomie locali arriva l'intimazione formale alla giunta De Luca per avviare l'iter referendario
MESSINA – Nessuna risposta dal Comune, ma l’ennesimo “sì” dalla Regione. Il comitato Montemare incassa una novità positiva in vista dell’eventuale referendum relativo alla “scissione” di alcuni villaggi della zona nord di Messina. Dall’assessorato delle autonomie locali e per la funzione pubblica, infatti, è arrivata nella giornata di oggi la diffida al Comune di Messina, reo di non aver dato alcun riscontro al sollecito già inviato qualche giorno fa. Se prima si trattava di una richiesta semplice, quella di uniformarsi alle date elettorali previste e di avviare l’iter per il referendum, adesso dalla Regione arriva una formale diffida nei confronti del Comune per l’indizione della consulta referendaria.
30 giorni per indire il referendum o sarà commissario
Nel documento, inviato anche all’avvocato Filippo Brianni, rappresentante legale del comitato, si fissa a 30 giorni il limite massimo di tempo per indire il referendum. Se così non sarà, verrà avviata la procedura sostitutiva, vale a dire che sarà scelto un commissario, come da richiesta del comitato stesso. Un risultato importante, quindi, per quei cittadini che da mesi chiedono di potersi esprimere su un progetto di variazione territoriale di grandi proporzioni. Cambierebbe, in caso positivo, il volto dell’intera parte nord di Messina, con tanti villaggi a “sganciarsi” per unirsi in un unico comune autonomo. Dodici i paesi interessati: Ortoliuzzo, Rodia, San Saba, Piano Torre, Spartà, Acqualadroni, Castanea, Salice, Gesso, Massa San Giorgio, Massa Santa Lucia e Massa San Giovanni.
“Siamo felici – ha commentato l’avvocato Brianni – che la Regione abbia accolto il nostro appello a costringere il comune a rispettare il decreto, del 2018, che dispone il referendum e consentire alla gente di esprimersi. La procedura è legittima la richiesta è fondata, lo ha detto la Regione e lo hanno ribadito i giudici, non c’è alcuna ragione perché questo voto venga ancora differito”.
Nin ci sono più i tempi tecnjci. Non si fa. Spendiamoli meglio questi 800.000 euro.
Contrariamente alla campagna contraria della Gazzetta del Sud per voce di Lucio d’Amico, sono favorevolissimo al referendum, qualunque sia il risultato finale.
A Messina di boss di provincia ce ne basta ed avanza uno!