L’azienda che si è aggiudicata l’appalto ha dato disponibilità ad assumerne 9 con contratto full time, o 18 se sceglieranno la formula part-time. In totale però sono 32, che fine faranno gli altri non si sa. E non si sa neanche quale sarà la modalità per effettuare le eventuali scelte
Una soluzione a metà. A metà perché assicura un futuro occupazionale più o meno alla metà dei letturisti che da giorni stazionano a Palazzo Zanca. La vicenda l’abbiamo raccontata più volte in questi giorni. Si tratta di 32 lavoratori che per circa dieci anni hanno fatto parte della cooperativa che ha gestito il servizio di rilevamento dei contatori idrici per l’Azienda Meridionale Acque di Messina.
Lo scorso giugno c’è stata la gara d’appalto per un nuovo affidamento del servizio, gara andata ad un’impresa catanese. Nel bando però nessuna garanzia di continuità occupazionale per i lavoratori. E dunque le proteste di questi giorni perché il rischio concreto era quello di rimanere disoccupati, nonostante fosse stata assicurata massima tutela.
Oggi incontro a Palazzo Zanca tra il sindaco Accorinti, i dirigenti dell’Amam e una rappresentanza dell’impresa che andrà ad espletare il servizio. Incontro da cui è arrivata una soluzione che però non farà felici tutti. In pratica, considerata la totale assenza di vincoli che obbligano l’azienda ad assumere il vecchio personale, l’accordo raggiunto prevede che l’impresa assumerà 9 letturisti dei 32 che hanno provato a salvare il loro posto di lavoro. Se però si accetteranno contratti part-time la ditta è disposta ad assumerne 18.
Qualunque sarà la strada che si sceglierà di percorrere, in 14 rimarranno fuori. Dunque con quale criterio sarà effettuata la scelta? Questo sarà a discrezione dei lavoratori stessi. Dovranno praticamente guardarsi negli occhi e decidere chi ha diritto a lavorare e chi no. Una soluzione che sembra quasi una sadica prova di coraggio, anche se una moderata soddisfazione è stata espressa dalla consigliera comunale Antonella Russo che ha seguito la vicenda fin dall’inizio.
A questo punto non si sa come andrà a finire. In 18 potrebbero lavorare con contratti part-time. Sarebbero 9 se scegliessero la formula del tempo pieno. In 14 sembrano destinati a rimanere a casa. Ecco perché viene naturale dire che si tratta di una soluzione a metà.
io continuo a non capire perchè chi vince un appalto deve prendere in dote lavoratori di altri e non può scegliere autonomamente…
lo prescrive la legge?
e se la ditta assumesse nove disoccupati invece di 32 o 18 raccomandati che da 10 anni, non si sa per quale “miracolo”, svolgono il servizio mentre i miei figli sono a spasso?
Che interesse ha la consigliera comunale Antonella Russo? perchè ingerisce su un azienda che ha regolarmente vinto una gara d’appalto? perchè in questa città non si ha mai il coraggio di dire come stanno le cose.
Altro che cambiamo Messina dal basso, si continua con le solite logiche.
VERGOGNATEVI
Con tutto il rispetto per questi lavoratori,vorrei fare notare che in città ci sono tanti lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) costretti dalla crisi ad interrompere la loro attività; e di essi nessuno si cura!
Circa la scelta tra chi deve lavoare e chi no, in Germania sono gli stessi sindacati a deciderlo in caso di esubero; basterebbe fare una graduatoria,tenendo conto dei carichi familiari( specie se si tratta di capi di famiglie monoreddito) e dell’anzianità. Capisco che sarebbe bellissimo che tutti lavorassero, ma meglio alcuni che nessuno!
Siamo in due a non capire.
P.S. La legge non impone vincoli all’impresa vincitrice.