Il sostituto procuratore Fradà ha inviato due avvisi di garanzia per la morte dell'operaio Cosimo Messina, precipitato venerdì mattina da una terrazza a S.Margherita, mentre stava eseguendo dei lavori di ristrutturazione. L'ipotesi di reato è omicidio colposo. Questo martedì mattina al Policlinico sarà eseguita l'autopsia.
Sono due gli indagati per la morte di Cosimo Messina l’operaio 46enne precipitato da un’altezza di circa 15 metri mentre eseguiva lavori su una terrazza in un complesso di via Nazionale a S.Margherita. Nel registro degli indagati sono stati iscritti Damiano Catania, 24 anni titolare dell’impresa che stava eseguendo i lavori e Antonio Luca Catalano, 24 anni proprietario dell’immobile in via di ristrutturazione. Per entrambi l’ipotesi di reato è di omicidio colposo. A firmare i provvedimenti il sostituto procuratore Antonella Fradà, titolare dell’inchiesta. Intanto ieri, lunedì, è stato conferito l’incarico al medico legale Caterina Fabiano per l’autopsia che sarà eseguita questo martedì mattina all’obitorio del Policlinico. L’esame dovrà accertare ad esempio se Cosimo Messina sia precipitato per un malore o sei vi siano state delle concause. Ma l’inchiesta intende accertare anche la posizione lavorativa di Messina all’interno dell’impresa per la quale prestava la sua attività e se nel cantiere siano state attivate tutte le misure di sicurezza previste dalla legge. Di questo aspetto si occuperanno gli uomini dell’Ispettorato del Lavoro. Sulla dinamica dell’incidente mortale la Procura al momento ha pochi dubbi. Messina si trovava sulla terrazza dello stabile al complesso Saratoga insieme con un collega quando improvvisamente ha appoggiato un piede sulla tettoia in plexiglass del lucernaio che si è sfondata. L’operaio è rimasto sospeso nel vuoto aggrappandosi al tetto dalle ascelle. Il collega ha trovato una corda e ha cercato d’imbracarlo ma non ce l’ha fatta perché la tettoia era fragile e rischiava di sfondarsi ancora. E’ stato lo stesso Messina ad urlare al collega di non avvicinarsi, di lasciarlo perdere perché avrebbe rischiato di precipitare. Poco dopo il 46enne di Camaro, ormai sfinito, ha lasciato la presa e si è lasciato andare. Ora la moglie Teresa ed i figli Angela, Lilia e Santino di 24, 22 e 18 anni, assistiti dall’avvocato Ettore Cappuccio, vogliono che si faccia luce su questo nuovo caso di morte bianca che ripropone una volta di più il problema della sicurezza nei posti di lavoro.
(FOTO STURIALE)
D.lgs 81/08 Obblighi dei committenti, datori di lavoro e lavoratori
Tutta l’edilizia di messina e’ una trappola mortale. Chiedete a tutti i padroncini quanto hanno speso in attrezzature di sicurezza negli ultmi anni.
Sarebbe davvero facile metterli tutti alle corde ma non c’e’ la volontà e questi assassini sono liberi di uccidere ancora.