Operazioni a rilento perché l'area è ancora a rischio. Il racconto della scolaresca scappata appena in tempo
Si affievoliscono le speranze di trovare i dispersi della strage di Suviana nel bolognese, dove una esplosione nella centrale idroelettrica ha provocato tre morti. Tra loro Vincenzo Franchina di Sinagra, il più giovane delle vittime.
I Vigili del Fuoco, in queste ore impegnanti nelle operazioni, spiegano che al momento lavorano nello scenario peggiore. I sommozzatori sono rimasti fermi perché non vi è visibilità e il rischio è concreto anche per i soccorritori. Siamo sempre all’interno della centrale (…) si procede tastando passo passo, non è una condizione compatibile col rischio che possiamo essere raggiunti da una valanga d’acqua”, dichiara Luca Cari, dirigente comunicazione dei Vigili del fuoco.
I Vdf: area non ancora in sicurezza
“L’area è stata sottoposta prima a una esplosione, poi a un incendio, un crollo, un allagamento. Credo che questo renda oggettiva la situazione”, aggiunge, e spiega: “Stiamo ripianificando l’intervento per poter riprendere a pieno ritmo le operazioni di ricerca” dei quattro dispersi. Il piano meno 8, dove ieri lavoravamo, da stanotte si è riempito d’acqua che ora ha raggiunto un metro, questo impedisce le operazioni di ricerca classiche. Stiamo combattendo contro questa situazione complessa. Non abbiamo tempi certi, sono operazioni lente e difficili”.
La scuola “scappata”
Intanto si apprende di una sessantina di studenti scampati per pochi minuti all’esplosione. La scolaresca in visita alla centrale ha avvertito un forte cattivo odore e ha lasciato l’area. La preside delle scuole Muratori di Vignola, Brunella Maria Maugeri, lo ha raccontato al Resto del Carlino: “Sono andate in gita tre classi di terza alla centrale idroelettrica di Suviana, accompagnate da sei docenti. Altre tre classi di terza sarebbero dovute andare a fare la stessa gita oggi. Appena ho saputo dell’accaduto ho telefonato con il cuore in gola a un docente che stava accompagnando gli studenti. Ero terrorizzata mentre stavo chiamando, perché sapevo appunto che era prevista una visita alla centrale. Appena ho sentito il docente, ho tirato un sospiro di sollievo: i nostri studenti e i docenti erano tutti salvi. Ho appreso che stavano facendo merenda a circa un chilometro di distanza dalla centrale, dopo averla visitata. Sentendo però un cattivo odore mentre stavano mangiando, i docenti hanno deciso di fare spostare tutti gli studenti, anticipando la seconda tappa, che prevedeva la visita a Rocchetta Mattei”