A processo 2 medici di Messina per la morte di un bimbo di 5 giorni a pochi giorni dalla nascita. Secondo l'accusa andava praticato il parto cesareo
Ci sono due rinvii a giudizio per la morte di Giovannino Cucinotta, il neonato che si è spento al Papardo ad appena 5 giorni dalla nascita, nel 2017.
La Procura, dopo la denuncia dei genitori, aveva inizialmente indagato cinque medici, in attesa di chiarire meglio i contorni della vicenda. Per tre di loro le ipotesi di reato sono state archiviate, mentre per altri due il giudice per l’udienza preliminare ha deciso che dovrà essere il Tribunale a vagliare se l’accusa regge, attraverso il dibattimento.
Sono stati perciò rinviati a giudizio il ginecologo di fiducia della mamma, Silvestro Arbuse, e la dottoressa Anna Maria Pullia, responsabile dell’equipe ospedaliera al momento del parto. La prima udienza è stata fissata al 19 febbraio del prossimo anno. I due medici sono difesi dagli avvocati Francesco Rizzo, Aurora Notarianni e Massimo Marchese. Il capo d’imputazione è omicidio colposo.
In sostanza secondo la famiglia di Giovannino i medici avrebbero dovuto fare di più nel caso del piccolo, nato di quasi cinque chili e morto, secondo i medici legali della Procura, per un’ischemia dovuta ad un’ipoissemia fetale, una carenza d’ossigeno in fase di parto cioè. In particolare secondo i Cucinotta, assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro e Carmelo Mobilia, i medici avrebbero dovuto portare la donna verso il parto cesareo.