Morte operaio Messinambiente, tutti assolti in appello

Morte operaio Messinambiente, tutti assolti in appello

Alessandra Serio

Morte operaio Messinambiente, tutti assolti in appello

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martedì 23 Febbraio 2021 - 08:10

Assolti gli ex vertici e i responsabili di settore di Messinambiente per l'incidente mortale dell'operaio Tomasello

Sette anni dopo la morte di Antonino Tomasello, l’operaio di Messinambiente finito con la spazzatrice nel torrente Pace, sono stati tutti assolti gli 8 imputati tra vertici della società e responsabili di settore.

La Corte d’Appello (presidente Sicuro) ha riformato la sentenza che nel 2019 aveva stabilito la condanna a 8 mesi dell’ex commissario Armando Di Maria, il dirigente Claudio Sindoni, i responsabili dei servizi Pietro Arrigo, Cesare Sindoni, Roberto Lisi e Natale Cucè, infine il direttore tecnico Antonino Miloro, assolvendoli tutti pienamente.

L’accusa era di omicidio colposo, per non aver garantito le norme della sicurezza che dovevano invece essere assicurate al dipendente. I giudici di II grado hanno scagionato tutti con formula “perché il fatto non sussiste”, non c’è stata omissione nel garantire le norme di sicurezza insomma.

I difensori hanno infatti valorizzato gli elementi che fanno propendere per il fatto che possa essere stato l’autista a prendere il controllo del mezzo, probabilmente per qualche causa del tutto inattesa.

Tomasello è morto schiacciato tra le lamiere della spazzatrice e il fondo del torrente Pace, dove è caduto dopo che il mezzo si è ribaltato, in discesa lungo la strada che costeggia il letto del fiume asciutto. La macchina era da poco stata manutenuta, ma era nella lista dei mezzi da sostituire perché definitivamente inadeguati e destinati alla rottamazione.

L’inchiesta della magistratura ha stabilito che l’operaio morì per le complicanze seguite all’incidente, e non fu invece stroncato da un malore che poteva avergli fatto perdere il controllo del mezzo.

Durante il processo di primo grado la società Messinambiente quale responsabile civile – assistita dall’avvocato Gianluca Gullotta – era stata estromessa dal processo.

Hanno difenso gli avvocati Pietro Venuti, Gianluca Currò, Giuseppe Carrabba, Carmelo Scillia e Alberto Gullino. Le parte civili – moglie e figlio dell’operaio sono stati assistiti dagli avvocati Maria Emanuele e Antonio Arena.

Un commento

  1. Onestamente questa sentenza lascia l’ amaro in bocca per i familiari di questo operaio e sinceramente anche a me che sto leggendo……come si fa ad escludere completamente un ‘anomalia del mezzo che nonostante la manutenzione era nella lista dei mezzi da sostituire e addirittura rottamare ,quindi non più riutilizzabile?Avendo escluso senza nessun dubbio che il pover’ uomo non fosse stato colto da malore, perché non si è approfondito sul mezzo in questione?Rimane come sempre il dolore a chi non ha visto più ritornare a casa il proprio caro, uscito per andare a lavorare ,senza mai più rientrare ,e senza mai poter sapere il perché e il come della sua tragica scomparsa 🥺

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