Morte Saccà a Letojanni, Comune sarà responsabile civile

Morte Saccà a Letojanni, Comune sarà responsabile civile

Alessandra Serio

Morte Saccà a Letojanni, Comune sarà responsabile civile

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giovedì 07 Novembre 2019 - 16:44

Il Comune di Letojanni sarà responsabile civile al processo per la morte di Roberto Saccà, annegato nel torrente esondato durante l'alluvione del 2015

Si è aperta stamane davanti al GUP Monica Marino l’udienza preliminare per stabilire eventuali responsabilità nella morte di Roberto Saccà, il commerciante annegato durante l’alluvione di Letojanni del 25 novembre 2016. Imputati ci sono sindaco del centro jonico Alessandro Costa ed il responsabile dell’ufficio tecnico Carmelo Campailla.

Quella di stamani è stata una udienza di passaggio ma comunque importante. I familiari di Saccà, assistiti dall’avvocato Orazio Carbone, hanno chiesto di citare quale responsabile civile il comune di Letojanni. Il giudice ha detto sì alla richiesta della parte civile e ha fissato la prossima udienza al 30 gennaio del 2020 per dare la possibilità di effettuare la citazione. Se gli imputati saranno giudicati colpevoli, quindi, chiamato ai successivi risarcimenti ci sarà anche il Comune.

A gennaio prossimo l’udienza potrebbe entrare nel vivo con le richieste del Pubblico Ministero. La Procura contesta al primo cittadino e al tecnico comunale in sostanza di aver causato la morte del commerciante come conseguenza della non corretta gestione della fase di emergenza. La strada andava chiusa, la pericolosità segnalata, ma così non fu.

Due i reati ipotizzati, omissione di atti d’ufficio – per non aver collocato le transenne che vietavano di attraversare il torrente Silemi – e morte come conseguenza di altro reato. A difendere il primo cittadino Costa e Campailla saranno gli avvocati Fabio Di Cara e Salvatore Gentile.

Sotto la pioggia battente quella sera il Silemi si inondò, riempendosi di fango e detriti e trascinando con sé tutto quello che incontrava lungo il cammino nel greto del torrente. Il corpo di Saccà venne ritrovato soltanto 4 giorni dopo, al largo di Isola Bella. Quel torrente è, ancora oggi, l’unica via di accesso ad una serie di complessi abitativi.

In questi anni i familiari di Saccà si sono battuti per avere giustizia, dopo la perdita del loro caro (VEDI QUI L’INTERVISTA) e hanno chiesto più volte di sapere cosa ne era stato dell’indagine, dopo che il medico legale ha spiegato chiaramente che la morte era dovuta all’annegamento.

Adesso le ipotesi di reato vanno al vaglio preliminare per valutare se ci sono gli estremi per processare i due imputati o se le accuse a loro carico non reggono.

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