Il sindacato ricorda l'operaio morto due giorni fa mentre lavorava in un cantiere in città, storico militante della federazione degli edili. Si chiedono più controlli sulla sicurezza
La mattanza delle morti bianche prosegue drammaticamente senza sosta e senza clamore. La UIL Messina e la Feneal-UIL ammainano le bandiere listate a lutto e, stringendosi all’immenso dolore della famiglia, piangono la scomparsa del 63enne Biagio Amendolia storico iscritto e militante della Uil, che ha perso la vita cadendo da un impalcatura di un cantiere due giorni fa.
«Purtroppo, come accade da troppo tempo, i caduti sul lavoro non fanno notizia e, alla stregua di un vergognoso bollettino di guerra, le vittime aumentano giornalmente. E’ assurdo ed inammissibile che un ultrasessantenne, consumato da decine di anni di lavoro usurante sia costretto ad arrampicarsi su impalcature e ponteggi, spesso fatiscenti e fuori norma.La morte di Biagio Amendolia non può restare impunita e auspichiamo un fermo, deciso e rapido intervento della Magistratura che punisca eventuali responsabilità» commentano il segretario generale Ivan Tripodi e il segretario della Feneal Uil Pasquale De Vardo.
«Purtroppo il caro Biagio non tornerà più a casa dalla sua famiglia e, proprio per difenderne la memoria, la UIL Messina e la Feneal-UIL si costituiranno parte civile nell’eventuale procedimento penale che scaturirà a seguito dell’inchiesta giudiziaria. Saremo accanto alla famiglia, alla quale offriamo il nostro sostegno legale per tutte le esigenze legate al tragico evento».
Accanto alla morte di Biagio Amendolia, la Uil ricorda che la nostra provincia è costretta a piangere anche il povero Giuseppe Cicero, caduto sul lavoro a Patti a causa di un ribaltamento del suo trattore.
A Il sindacato chiede, ancora una volta, che si proceda ad una forte attività di contrasto alle illegalità e, in tal senso, invitano l’Ispettorato del Lavoro e lo Spresal a svolgere una lotta senza quartiere per colpire le troppe illegalità e punire i responsabili.