Morti sul lavoro, "fermiamo la carneficina"

Morti sul lavoro, “fermiamo la carneficina”

Autore Esterno

Morti sul lavoro, “fermiamo la carneficina”

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lunedì 19 Febbraio 2024 - 08:45

L'attivista Massimo Pasquini propone uno sciopero generale dei sindacati e sottolinea: "Lo sfruttamento dei lavoratori è quotidiano"

Morti sul lavoro: una strage che lo Stato non sa o non vuole fermare. Pubblichiamo un commento di Massimo Pasquini, attivista per il diritto alla casa e responsabile del Centro studi e ricerche di Unione inquilini, dopo la tragedia di Firenze. Nel frattempo, dichiara il magistrato Bruno Giordano: “Questa vicenda conferma che i subappalti, nei grandi cantieri edili, spesso finiscono per abbattere i costi della sicurezza: un modo come un altro per risparmiare sulla pelle dei lavoratori” (fonte Il fatto quotidiano). Giordano è giudice della Corte di Cassazione ed è stato capo dell’Ispettorato nazionale del lavoro dal 2021 al 2022.

Intanto, per quanto riguarda il crollo al cantiere del nuovo centro commerciale di Firenze, continuano gli accertamenti, con l’ipotesi di due lavoratori in nero e si parla di lavori con 61 subappalti. Nel territorio messinese, invece, un operaio di 41 anni è morto lo scorso 7 febbraio. E, nel luglio 2023, la provincia di Messina figurava sesta nella macabra classifica delle morti sul lavoro.

La riflessione: l’ora delle polemiche e del lutto nazionale

E ora nessuno si azzardi a dire: “È il momento del lutto e non delle polemiche”. Ora è il momento delle polemiche e dello sciopero generale di tutti i sindacati dei lavoratori, nessuno escluso. La strage di Firenze, sì, di strage si tratta, strage di lavoratori, non è dovuta al caso né tanto meno al fato. Quella strage è la fotografia del disprezzo di questo Paese nei confronti della vita dei lavoratori. Quella strage è rappresentativa dello sfruttamento in Italia e i morti e feriti lo testimoniano.

“Serve un vero sciopero generale e una risposta di tutto il Paese”

I morti: un sessantenne, che probabilmente nello scorso secolo sarebbe già stato in pensione; tre lavoratori nord africani assunti da poco e con parenti, che, forse, non sanno nemmeno che sono morti; tre lavoratori rumeni. Un disperso. Tutti assunti con contratto da metalmeccanici, invece che da edili,per realizzare un supermercato affidando i lavori a trenta aziende in subappalto. Un collage della ipocrisia italica di chi sa che non avrà alcuna ispezione. Una azienda edile, se va bene, riceve una ispezione ogni 15 anni, ovvero mai. Un collage di ipocrisia pelosa di chi sa che è legge il subappalto a cascata, dove a cadere per primi sono i lavoratori sotto le macerie di una legislazione nazionale e di chi l’ha votata, che è mandante di tutti i lavoratori morti di lavoro.

Un collage d’ipocrisia nazionale

Un collage di ipocrisia in una infinita catena di subappalti. Non basta, oggi, lamentarsi, costernarsi e dire “basta morti sui luoghi di lavoro”. Oggi serve una risposta del Paese intero, una risposta vera e forte.

Serve oggi una risposta di tutte le organizzazioni sindacali per un vero sciopero generale, che fermi il Paese tutto, mettendo da parte i distinguo, per un giorno. Perché, davanti allo stillicidio di morti e stragi quotidiano, c’è qualcosa di piu nobile del mettere la propria bandierina davanti a tutti gli altri.

Ora è il momento. Altrimenti, a questo punto, si taccia per sempre. Perché di soli lamenti e comunicati stampa sarei anche stufo.

Massimo Pasquini

La foto è di repertorio.

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Un commento

  1. Nel momento in cui il senatore Fausto Bertinotti che fu il pioniere del primo sindacalista a schierarsi dalla parte del governo occupando il piu’ alto scranno del senato, il lavoro e tutto cio’ che regola il lavoro e’ stato sepolto.
    Non puo’ mai esistere che gli organi sindacali siano parte attiva dei politici che governano.
    Adesso non ci resta che piangere.

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