Mostra "Infinita Variabile" di Filippo Minolfi

Mostra “Infinita Variabile” di Filippo Minolfi

Redazione

Mostra “Infinita Variabile” di Filippo Minolfi

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martedì 19 Novembre 2019 - 07:50

La mostra “Infinita Variabile” di Filippo Minolfi, presentata da Andrea Italiano, esporrà oltre alle opere pittoriche, un piccolo ed inedito nucleo di sculture in bronzo e il bozzetto del “Monumento al Vigile del Fuoco” dello stesso Minolfi, già vincitore di un concorso bandito dal Municipio di Messina ma mai realizzato. La scultura di Minolfi, di potente impronta plastica sebbene meno conosciuta rispetto alla sua pittura, si può apprezzare attraverso una serie di opere monumentali sparse per l’Italia, come il Monumento a Bartolo Cattafi e a Sebastiano Genovese nella natia Barcellona, il ritratto di Padre Pio nel Museo di Pietralcina e un Monumento a Maurizio Donia nel Gran Camposanto di Messina.


Le opere saranno in mostra presso la Galleria Arte Cavour di Messina (Via Cavour 119) dal 23 al 30 Novembre, da lunedì al sabato, con orari 17-20; vernissage Sabato 23 Novembre alle ore 18.

“Minolfi non vuole essere originale né provocatore né iconoclasta. Egli dipinge; e questo lo salva. A chi guarda i suoi quadri essi sembreranno la ripetizione dello stesso soggetto; tuttavia così non è. Un’infinita variabile può essere definito il suo catalogo, “infinita variabile” di un eterno e medesimo discorso, condotto da Minolfi con la coerenza e la serietà di un certosino che mantiene inalterati due punti fissi, il colore e il frasario iconografico. Il discorso è questo: il nostro mondo non è più a misura d’uomo ma al servizio delle macchine, è un regno, anzi, nel quale l’uomo è diventato suddito di quelle macchine che egli stesso ha ideato e partorito per facilitarsi la vita. Attorno a questo tema Minolfi mette in scena, simbolicamente, l’inseguimento giornaliero di macchine e uomini, un inseguimento costruito come un balletto, una danza spaziale; e fa lo stesso discorso ormai da oltre venti anni, come se andasse cercando la forma perfetta per dire quello che deve dire, per dirla una volta per tutte. Minolfi ripete ogni giorno la stessa frase, rilegge lo stesso capitolo, ma lo fa con la speranza di non doverlo fare più: vorrebbe aver trovato l’ultima frase, quella decisiva. Cosi non è, e come Sisifo riparte dallo stesso punto di partenza, con la stessa pietra e la stessa fatica. Un’infinita variabile è la sua pittura, in cui i termini usati sono sempre gli stessi. L’uomo è il legno, il legno spezzato, il legno storto; la macchina è l’acciaio”.

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