Il referente dell'associazione Crea chiede lumi ad Asp e Prefetto sulla situazione del centro del Basso Jonio reggino: «Si scongiuri la paralisi dell'Ente»
MOTTA SAN GIOVANNI (RC) – Possibile che in un centro abitato da diverse migliaia di persone ci siano mezzo Consiglio comunale e praticamente tutta la Giunta senza neppure la prima dose di vaccino?
Malgrado l’incombente probabilissimo obbligo di legge da parte del Governo centrale, è quanto starebbe accadendo a Motta San Giovanni: lo denuncia Vincenzo Crea dell’Ancadic.
Coi condizionali del caso, che facciamo nostri per intero (invitando fin d’ora ogni amministratore pubblico mottese a qualsiasi opportuna precisazione o integrazione).
Infatti, Crea in una sua nota stampa evoca la possibile paralisi dell’Ente locale mottese. Sappiamo però che per consentire il regolare svolgimento delle Assemblee rappresentative, e comunque anche i poteri amministrativi tipici degli esecutivi e ispettivi e d’indirizzo tipici dei consiglieri comunali, ci sono almeno altre due strade: 1) l’accesso mediante tampone (e dunque relativo Green Pass) ai vari luoghi normalmente frequentati da chi rappresenta le Istituzioni 2) la partecipazione a Consigli e Commissioni “in remoto” o in modalità mista (in remoto e in presenza).
Il quesito che si pone l’Ancadic è dunque più “politico”, in senso ampio: «In considerazione di gravi e importanti problemi che travagliano il paese, è da incoscienti – scrive Crea – che proprio i consiglieri comunali che dovrebbero dare l’esempio civico non sentano il dovere di tutelare la loro salute e quella degli altri e di non rischiare di bloccare l’attività del Comune».
Va anche detto che l’Ancadic chiede certezze circa il rispetto pieno dell’incolumità pubblica. E così, sulla situazione nel Comune amministrato dal sindaco Giovanni Verduci, l’associazione ha interessato anche l’Asp di Reggio Calabria e il prefetto Massimo Mariani, anche per scongiurare ogni potenziale «interruzione dell’attività amministrativa».