Movida e barche abusive, la lezione delle regole per Messina

Movida e barche abusive, la lezione delle regole per Messina

Marco Olivieri

Movida e barche abusive, la lezione delle regole per Messina

lunedì 22 Luglio 2024 - 09:56

Conciliare le esigenze dei singoli e il rispetto delle norme è possibile, nell'interesse generale, ma qui è ancora un fatto rivoluzionario

di Marco Olivieri

MESSINA – La nuova ordinanza sulla movida e le precedenti ordinanze. L’intervento della Guardia costiera e della polizia municipale per liberare le spiagge dalle barche abusive. In tutti e due casi, la parola chiave è equilibrio. Nel caso della movida, nessuno o quasi vuole che il litorale, il centro e ogni angolo della città diventino un “dormitoio”. L’estate va goduta da giovani e meno giovani ma risulta necessario che vadano controllati i decibel. L’inquinamento acustico è un problema e vanno rafforzati i controlli dell’Arpa, Agenzia regionale per la protezione ambientale.

Come nel caso dei molesti e illegali fuochi d’artificio di ogni sera, così serve il rispetto delle regole per quanto riguarda i suoni. E, allo stesso modo, così come lo Stato deve creare regole solide e mettere i titolari dei locali nelle condizioni di poter esercitare al meglio la loro professione, così il Comune deve portare a termine il censimento, in modo da offire un’alternativa sicura come il ricovero delle barche e debellare il fenomeno delle occupazioni abusive.

Sono due argomenti differenti ma l’equilibrio sta in questo: conciliare il rispetto delle regole e le esigenze dei singoli, facendo prevalere l’interesse generale. Per Messina sembra una cosa rivoluzionaria. Forse uno psicoanalista direbbe che Messina ancora deve passare dalla fase dell’immaturità alla stagione delle regole. Oggi, a volte, nel caos, sembra più vicina allo spot satirico della Casa delle libertà del “Pippo Chennedy Show”. Con Corrado Guzzanti che diceva: “Facciamo un po’ come c… ci pare”.

Ecco, a Messina siamo ancora troppo abituati a fare come c… ci pare. Cambiare le regole del gioco e introdurre uno spirito di comunità è già rivoluzionario. Giustizia sociale, rispetto per tutti, senso d’appartenenza, tutela di chi è in difficoltà si possono conciliare. “La nostra vita civile/ la nostra idea di giustizia e uguaglianza/ la convivenza sociale è minacciata/ dai mostri che sono la nostra sostanza”, cantava Giorgio Gaber. Insomma, i “mostri che abbiamo dentro” spesso ci impediscono di vedere le esigenze dell’altro. Ma possiamo imparare, piano piano, a diventare una comunità.

Articoli correlati

12 commenti

  1. Il problema, a mio modo di vedere, è come si vive il mare. Non esiste mare senza barche e riviera senza lido. In Italia e in tutto il mondo nei pressi del mare ci sono le barche, in molte località i residenti locali godono di veri e propri porticcioli per ormeggiare la loro piccola imbarcazione. Anche lidi ed i locali che d’estate chiudono tardi come i bar fanno parte del mare. Da ragazzo i bar avevano i Jukebox che quasi per tutta la notte emettevano musica. Chi è cresciuto sul mare vede la barca come un mezzo amichevole, che spesso, in passato, per alcuni ancora oggi, è servita a sfamare la famiglia. Anche il lido è visto come occasione di lavoro, che può assicurare qualche mese di stipendio. La riviera nord di Messina, negli anni, ha avuto una forte crescita di residenti. Palazzoni, ville e villini a migliaia hanno portato a vivere in riviera persone che hanno un diverso rapporto con il mare o forse nessun rapporto. La soluzione può essere quella di dividere semplicemente gli spazi. Un tratto di spiaggia libero da barche per i bagnanti alternato ad un tratto per le barche. Non è difficile. Meno facile è il discorso sull’emissione di musica da parte dei lidi. Incidono molti fattori naturali, il mare è semre protagonista con il suo rumore di fondo, bassisimo a mare calmo. A mare un pò mosso il rumore dell’onda che fa rotolare il pietriccio e già notevole, l’onda diventa boato con il mare molto mosso o agitato. Il rumore di fondo, elemento importante della legge e della misurazione, non è costante. La soluzione bisogna trovarla comunque, senza penalizzare chi lavora, rendendo poco attrativi i locali, con il conseguente spostamento di giovani verso altre città più tolleranti.

    16
    17
  2. Quello che manca in questa città di Messina è l’equilibrio e la moderazione; si parla ogni anno di regole ma queste vengono sempre violate da chi gestisce le attività di ricreazione e da ballo perché se ne fregano delle regole imposte che già sono sempre favorevoli a loro e non al cittadino che la regola non la viola ed inoltre sanno di certo che le Autorità di Pubblica Sicurezza non andranno mai a scocciarti come si dice in gergo questo è un fatto acclamato se no perché la gente si ribella a questo fenomeno ogni anno ogni mese ,ogni giorno,ma tanto nessuno provvede è solo nostra e mia illusione.

    7
    7
  3. Bastacuradelproprioorticello 22 Luglio 2024 13:45

    …non penso che il problema sia rappresentato dalle barche in sé…… ma da come vengono gesti gli spazi adibiti ad esse. Una volta “i pescatori” utilizzavano gli scivoli di legno, adesso lasciano i carrelli gommati (in condizioni fatiscenti pieni di ruggine, oleosi) in acqua!!! basta andare alla spiaggia del Ringo… per non parlare delle sedie e tavolini che piazzano sul marciapiede antistante la spiaggia, della spazzatura che lasciano limitrofa alle barche, dell’accozzazglia di vericelli al limite della ringhiera… di quelle brutture di tettoie in legno dove giocano a carte…. lo stesso discorso si può ripetere per i gestori dei lidi, che si preoccupano soltanto di tenere pulito il loro spazio interno, poi visti dall’alto sembrano tante baraccopoli, accendono i loro forni (con il petrolio mentre Arpa dorme) a qualsiasi orario, rendendo l’aria irrespirabile, lasciano bidoni dell’immondizia in bella vista sull’arenile, non curano per niente gli spazi esterni ai loro stabilimenti….. però si sentono imprenditori

    13
    9
  4. SCRIVE IL DIRETTORE : Sono due argomenti differenti ma l’equilibrio sta in questo: conciliare il rispetto delle regole e le esigenze dei singoli, facendo prevalere l’interesse generale. Per Messina sembra una cosa rivoluzionaria.
    Ora, se tu Marco, leggi l’ALTO ADIGE di oggi, ti scompisceresti dalle risate… Il piano di zonizzazione acustica minaccia l’economia. Sono ai ferri corti per la difesa degli interessi degli imprenditori. Lascia perdere, non c’è soluzione ! L’interesse generale lo trovi tra le formiche, tra le api, anche tra i lupi, ma non con gli essere umani. Le attività di divertimento hanno superato ogni ragionevole limite, anche e soprattutto per la difesa della salute di chi pratica il divertimento… lascia perdere … tanto Basile non ce la fa, non ce la può fare !!!

    5
    6
  5. Articolo lucidissimo, come sempre.
    La percezione che molti (e anche io) hanno da sempre è che “Regole” e “Messina” siano termini inconciliabili.

    8
    4
  6. Ma quale equilibrio!!! Le cose bisogna saperle fare. Le barche dei pescatori non vanno lasciate in spiaggia.E’ segno di civiltà. Ovviamente non si possono portarle a casa e allora si costruiscano degli hanghar dove ricoverarle, offrendo contestualmente tutti i servizi necessari. Naturalmente non a costo zero. Per quanto riguarda i rumori inquinanti va evidenziato che il giro di vite non deve e non può interessare solo la musica dei locali. Sono tanti altri i rumori molesti che rendo insonni le notti di molti villeggianti. Uno su tutti: i rumorosissimi motori che pompano acqua degli enormi serbatoi di pizzerie e ristoranti. Quale equilibrio.!!!!…. Ci vogliono regole e giuste condizioni per farle rispettare.

    6
    3
  7. Comunque la regione Sicilia a febbraio 2023 ha pubblicato un bando di finanziamento per i borghi marinari al fine di migliorare ormeggi, ancoraggi ed eventuale vendita diretta dei piccoli pescatori. Quindi altre realtà regionali accedono a finanziamenti per migliorare i borghi marinari e le loro attività. Messina resta sempre sul lamento e sul litigio, sulla repressione. Bisogna allinearsi con gli altri italiani ed avere una mentalità costruttiva. Mi diceva mio nonno, che le persone peggiori sono quelle che dicono” o si fa comu dicu io o non si fa nenti”. Forse sono ancora in troppi a pensarla così o forse è un caso. Meglio reperire finanziamenti, crescere, creare lavoro, è dare spazio ai diritti di tutti. Quelli acquisiti in secoli di consuetudine e quelli di recenti residenti, nuovi conquistatori.

    3
    0
  8. Una città nella quale chi protesta perchè è vietato mettere musica nei lidi e nei marciapiedi si lamenta che si uccide il divertimento, che ovunque ci si diverte ecc. Una città al contempo nella quale gli stessi che si lamentano non sanno che in buona parte del mondo le discoteche sono al chiuso e non è concesso fare musica in prossimità delle abitazioni

    6
    5
  9. Avete chiesto al comando della municipale perché non vengono fatti controlli?
    Io non credo sia solo la politica a dovere essere interrogata.
    Andate a chiedere conto a chi è personalmente demandato al controllo del territorio e martellateli di domande.
    Troppo comodo apparire solo in circostanze di comodo.
    Voglio il contraddittorio con la stampa, la stessa davanti alla quale si mettono in posa per ogni piccolezza che realizzano.
    Perché perché ed ancora perché sino a che uno dei due non testa sfinito o soddisfatto.

    6
    2
  10. …9 COMMENTI … E ADESSO CHE FACCIAMO ??? QUANTO PESO DIAMO A QUESTI COMMENTI ??? ZERO ??? NO, NON VA BENE !!! sono con Arcistufo, voglio il contraddittorio con la stampa !!!

    3
    3
  11. cittadino esasperato 22 Luglio 2024 22:41

    Spero che gli stessi controlli vengano fatti prima o poi anche a Villafranca Tirrena e parlo sia dei decibel che delle barche abusive in spiaggia a centinaia per non parlare dei trattori senza assicurazione che si muovono tra i bagnanti per varare le barche. Forse si aspetta che si faccia male qualcuno…… Per i decibel non se ne frega nessuno ci sono bar e pub che fanno musica all’aperto in prossimità di abitazioni dove vivono persone normali che al mattino vanno a lavorare, ma vivono anche anziani, bambini piccoli persone che fanno turni ecc. al comune dicono: abbiamo fatto l’ordinanza, ma i decibel? non li controlla nessuno e quando ti lamenti per la musica a tutto volume ti senti dire: faccia l’esposto!!!! I cittadini devono essere difesi dalle istituzioni e non possono e non devono subire sempre. Le regole ci sono, non ci dobbiamo inventare nulla, bisogna che ci sia qualcuno che le faccia rispettare. Poi ci si può convivere, ma con regole certe a beneficio di tutti.

    7
    7
  12. …MESSINESI ! Messina ha un piano di zonizzazione acustica ??? SI ??? che ne dite di leggerlo e magari studiarlo ???

    1
    0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007