Mume. Ugl: “accertate le condizioni di disagio in cui lavorano i dipendenti”

Mume. Ugl: “accertate le condizioni di disagio in cui lavorano i dipendenti”

Redazione

Mume. Ugl: “accertate le condizioni di disagio in cui lavorano i dipendenti”

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martedì 25 Agosto 2020 - 15:38

Panebianco: “il nostro grido di aiuto è stato ascoltato”.

Temperature elevate e assenza di sicurezza al Mume. Erano l’oggetto di un esposto presentato dal segretario della federazione Nazionale Autonomie, Giovanni Panebianco, con l’obiettivo di risolvere le situazioni lamentate dai lavoratori.

Ascoltato il grido d’aiuto

“Il nostro grido di aiuto è stato ascoltato e nei giorni scorsi degli ispettori dell’Asp si è recata presso il Museo Regionale di Messina per verificare l’assenza di condizioni di sicurezza denunciate con un esposto da me personalmente, a nome della mia federazione”. Così il segretario provinciale della federazione Nazionale Autonomie di Ugl Messina, Giovanni Panebianco, dopo un sopralluogo, dove si sono accertate determinate situazioni.

“Dopo l’esposto il direttore Orazio Micali aveva assicurato che erano già stati revisionati gli estintori, ma le sale erano prive di condizionamento ed è stata constatata la condizione di disagio in cui si trovano i lavoratori del Mume. Nemmeno nella Filanda possono stare i lavoratori, dove Micali diceva che potevano stazionare quando non c’erano clienti perché le 
temperature sono più basse”, continua Panebianco.

Nessuna polemica

Il nostro obiettivo non era quello di sollevare una polemica, ma di
risolvere una situazione di degrado in cui versa il Museo, i suoi dipendenti e, di conseguenza, anche le opere, sottoposte a rischio – sottolinea ancora il segretario – La soddisfazione è di avere posto la questione e di essere stati ascoltati. Adesso, grazie al nostro sindacato, qualcosa si è mosso
nella speranza di porre fine alle situazioni lamentate più volte dai nostri iscritti. Ma anche degli altri”.

Un commento

  1. L’assurdità di una struttura indubbiamente importante e bene articolata ma che, con quegli ampi finestroni interamente rivolti a Est, diventa una vera e propria fornace per lavoratori (dire che sono in “condizione di disagio” è un eufemismo…) e opere che, sopravvissute a terremoto e guerre, si trovano in pericoloso stato di sofferenza. Chissà a cosa pensava l’architetto che ha progettato il MuMe. Di essere in Svezia?

    P.s. Sarà stato risolto il problema delle infiltrazioni? Vabbè, per quello c’è ancora tempo. Se ne riparlerà dopo i prossimi acquazzoni…

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