Luciano Galletta stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro
MESSINA – Slitta a dopo l’estate il vaglio preliminare dell’inchiesta bis sulla morte di Luciano Galletta, il 28enne schiantatosi col motorino contro un mezzo di Messina Servizi all’opera, in un “cantiere” mal segnalato.
Cinque i dipendenti della municipalizzata indagati. Per loro la Procura di Messina, dopo una prima richiesta di archiviazione, ha disposto l’imputazione coatta per concorso in omicidio colposo. Alla prima udienza davanti al Giudice Eugenio Fiorentino si sono costituiti responsabili civili la società municipalizzata e la compagnia assicurativa Generali. Poi tutti è stato rinviato a fine settembre per ragioni procedurali.
Un altro filone di inchiesta
L’imputazione coatta, formulata dal pubblico ministero Roberta La Speme, titolare del caso, è arrivata dopo che la famiglia si è fortemente opposta a che il fascicolo venisse archiviato anche per gli altri operai. L’opposizione presentata dall’avvocato Rosy Spitale è stata accolta. I cinque indagati sono difesi dagli avvocati Giovanni Caroè, Andrea Borzì, Antonio Bongiorno, Dario Restuccia e Pietro Luccisano.
Il processo in corso
Il processo all’autista di 59 anni è ancora in corso. Sul banco dei testimoni sfilano i consulenti medici E gli agenti della Polizia Municipale che hanno effettuato i rilievi, quella tragica sera. La prossima udienza è fissata a fine ottobre per sentire altri testi.
La battaglia di una madre
Luciano, quella sera del 2019, si preparava a tornare a casa dopo il suo turno di consegna delle pizze quando, in via Catania, si è schiantato contro un mezzo della municipalizzata impiegata nei lavori di scerbatura delle aiuole. La mamma Pina Irrera non si è mai arresa e ha portato avanti la battaglia per fare luce sulle responsabilità nella morte di suo figlio (leggi qui La sua storia)