Udienza preliminare per altri 4 lavoratori al processo per la morte di Luciano Galletta
MESSINA – Non va in soffitta l’inchiesta per la morte di Luciano Galletta, il giovane morto dopo essersi schiantato col motorino contro un mezzo di Messina Servizi all’opera, in un “cantiere” mal segnalato.
Mentre entra nel vivo il processo al dipendente della municipalizzata individuato come responsabile della squadra, si prepara l’udienza preliminare per gli altri quattro lavoratori in servizio. La Procura di Messina ha fatto dietro front e dopo una prima richiesta di archiviazione della loro posizione, considerati come non responsabili, ha disposto l’imputazione coatta anche per loro, ora accusati di concorso in omicidio colposo. A vagliare la loro posizione sarà il giudice per l’udienza preliminare Eugenio Fiorentino, il 14 marzo prossimo.
Un altro filone di inchiesta
L’imputazione coatta, formulata dal pubblico ministero Roberta La Speme, titolare del caso, è arrivata dopo che la famiglia si è fortemente opposta a che il fascicolo venisse archiviato anche per gli altri operai. L’opposizione presentata dall’avvocato Rosy Spitale è stata accolta e l’indagine va ora al vaglio preliminare.
Il processo in corso
Il processo all’autista di 59 anni è invece cominciato proprio ieri. Sul banco dei testimoni si sono seduti il medico legale che ha ricostruito le cause della morte del giovane e gli agenti della Polizia Municipale che hanno effettuato i rilievi, quella tragica sera. Si torna in aula a metà maggio per sentire altri testimoni. Messina Servizi, responsabile civile, è assistita dall’avvocato Carmelo Vinci, mentre l’imputato è difeso dagli avvocati Salvatore Silvestro e Andrea Borzì.
La battaglia di una madre
Luciano, quella sera, si preparava a tornare a casa dopo il suo turno di consegna delle pizze quando, in via Catania, si è schiantato contro un mezzo della municipalizzata impiegata nei lavori di scerbatura delle aiuole. La mamma Pina Irrera non si è mai arresa ed ha portato avanti la battaglia per fare luce sulle responsabilità nella morte di suo figlio (leggi qui La sua storia)