Si allunga l'ombra dei soccorsi inefficaci sul caso della 62enne morta in una clinica privata messinese
MESSINA – La famiglia vuole chiarezza sulla morte della 62enne spirato a Messina in una clinica privata dove si era recato per un esame di routine, una gastroscopia. L’ennesimo caso su cui si allunga l’ombra dei servizi di emergenza “colabrodo”. Perché da quel che emerge al malore il personale sanitario della struttura ha avvisato il 118 ma la prima ambulanza è arrivata senza medico a bordo e quando è giunta la seconda, medicalizzata, per la donna non c’era più niente da fare. La Procura di Messina ha spiccato 2 avvisi di garanzia.
E’ malasanità?
L’indagine è in mano al sostituto procuratore Marco Accolla che chiederà alla professoressa Elvira Ventura Spagnolo di effettuare l’autopsia sul corpo della donna, per stabilire l’esatta causa della morte. Proprio in vista dell’accertamento medico legale il magistrato ha iscritto nel registro degli indagati due sanitari, un medico e l’anestesista della struttura privata. Sono difesi dagli avvocati Enrico Ricevuto e Bonaventura Candido.
Il ruolo dei soccorsi
A dare il via all’inchiesta è stata la denuncia della famiglia, assistita dall’avvocato Pietro Venuti, che ha riferito che la donna è spirata circa 20 minuti dopo essere stata sedata, lo scorso 24 agosto. Sempre loro hanno riferito dell’intervento delle ambulanze. Sarà ora l’inchiesta a fare luce su quel che è accaduto.
Sarebbe veramente l’ora che il nostro Parlamento vari una legge che vieti l’impiego di ambulanze NON MEDICALIZZATE. Ne guadagneremo tutti.