L’assessore Russo punta ad un coinvolgimento generale per uno sviluppo perfetto della Cittadella Fortificata
La giunta municipale ha approvato il progetto della Soprintendenza, a firma della dottoressa Gabriella Tigano e del geometra Italo Scattina, per la realizzazione all’interno del monastero delle Benedettine al Castello di uno spazio museale per la valorizzazione dei reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici. La spesa ammonta a poco più di 63 mila euro e le somme sono già a disposizione rientrando nel quadro degli interventi finanziati dalla Regione per un milione e mezzo di euro relativi all’attività di esplorazione archeologica eseguita dalla ditta Costa di Palermo.
I tempi dovrebbero essere rapidi visto che i locali sono già pronti e la Soprintendenza dovrà provvedere alla sistemazione delle bacheche, mentre i reperti in questione sono quello dello scavo eseguito circa cinque anni fa nella zona compresa tra l’attuale stradella moderna utilizzata per la visita del Castello e la cinta Spagnola.
Si tratta dell’area della cosiddetta “città murata”, variamente raffigurata nella cartografia storica: nel caso specifico la Soprintendenza decise di lavorare tenendo presente una carta di anonimo del XVIII secolo che riproduce la struttura urbana esistente agli inizi del 1700 con l’indicazione degli isolati, e il piano Cumbo, rilievo realizzato alla fine dell’800, quando il Castello era stato ormai abbandonato. Lo scavo ha consentito di riportare alla luce moltissime cisterne, un manufatto tanto importante su una altura come quella del Castello che è priva di sorgenti, ma anche parte di quattro isolati articolati in più edifici di tipo residenziale, separati da cortili o da stretti vicoli, distribuiti a monte e a valle di un ampio asse stradale, da considerarsi al tempo una delle principali arterie cittadine.
Una volta che questo progetto troverà attuazione, il patrimonio archeologico di Milazzo troverà così una sua adeguata collocazione tra l’Antiquarium del Borgo, che nelle dieci sale espositive propone una lettura complessiva dei dati forniti dalla ricerca archeologica condotta sul territorio dal secondo dopoguerra ad oggi, e appunto il Castello che attraverso uno spazio museale ad hoc potrà diventare laboratorio di ricerca e di approfondimento per studiosi e appassionati.
“Un altro tassello alla valorizzazione del nostro castello – ha affermato il sindaco Carmelo Pino – come nuovo modello di sviluppo improntato al rilancio dell’attività turistica, che faccia da volano all’intera economia del comprensorio. Un’idea portata avanti negli anni a più riprese e sotto varie forme da molti sostenitori, ma che tuttavia faticava a concretizzarsi. La condivisione delle scelte e il contributo di quanti siano portatori di idee e soluzioni in merito al modello gestionale da adottare ha segnato la svolta”.
“Il Castello costituisce un unicum per complessità ed ampiezza – ha aggiunto l’assessore ai Beni culturali, Dario Russo -. È un tesoro a portata di mano che va valorizzato attraverso un adeguato sfruttamento dei manufatti restaurati e degli spazi aperti. Vogliamo coinvolgere tutti sull’ipotesi di sviluppo della cittadella fortificata, cercando di realizzare un intervento definitivo ed armonioso, rispettoso della sua storia”.