Intervista alla giovane cantante messinese in occasione dell'uscita del suo ultimo album "Ferma il tempo". Annalisa Di Stefano è da qualche anno anche insegnante di canto presso l'Accademia di Musica CDR.
Una voce morbida e decisa, due occhi verdi enormi e un sorriso luccicante. Poi, un fiume di parole, progetti, sogni, ma anche un solida lucidità e concretezza, un attaccamento alla quotidianità della propria vita senza alcuna ombra di vagheggiamento o frivolezze da ragazza dello spettacolo. Annalisa Di Stefano si presenta così, bella, giovane e sognante, cantante e -ancor prima che artista- insegnante di canto (presso l’Accademia di musica CDR), “perché i miei ragazzi sono la mia linfa vitale, la testimonianza concreta della mia passione, la musica, nonché i miei fan più accaniti".
Nonostante la tua giovane età, hai alle spalle una considerevole lista di collaborazioni e partcipazioni importanti nel mondo della musica, dalla partecipazione nel 2011 a "Sanremo social" con il brano oltre il confine, al sicilia festival nonché a numerosi provini per i più celebri programmi televisi tra cui "X Factor" e "Amici". Il 19 dicembre 2014 è uscito “Ferma il tempo”, il tuo ultimo disco, disponibile in tutti i music store.
L’emozione è sempre immensa, perché si tratta di un lavoro in cui metti dentro tutta te stessa, la tua vita, quella degli altri, le emozioni, le storie, le parole. Sono l’autrice dei miei testi, per cui dietro ogni brano c’è un lavoro di ricerca, non solo metrica chiaramente, ma anche contenutistica, in cui devi tener conto cosa racconti e a chi lo racconti. Il mio è un pubblico molto ampio e trovo meraviglioso riuscire a parlare a così tanta gente suscitando le emozioni più disparate. È uno degli aspetti più interessanti del mio lavoro. Ma in questa avventura non sono sola. La realizzazione di un disco è un grande lavoro collettivo e in questo sono molto fortunata ad avere al mio fianco persone estremamente professionali, per gli arrangiamenti musicali Sergio Postorino e Gianluca Rando, la mia manager Milena Trifirò, Giulia D’anna per la grafica, Carlo Carciotto, fotografo del disco e, ovviamente la CDR, L’Accademia di Musica che frequento, diretta dal Professore Giuseppe Italiano.
Nella tua intensa carriera musicale hai partecipato anche a diversi provini per talent show televisivi. Che idea ti sei fatta di queste nuove realtà? Credi che possano aiutare realmente un giovane talento ad emergere nel mondo dello spettacolo?
Sicuramente rappresentano un’ottima occasione di visibilità per chi, come me, ha scelto questa strada. Tuttavia, credo che raggiungere la gente, entrare in empatia con il loro sentire, o più in generale essere artisti, sia un lavoro di crescita lungo e complesso, una meta che solo con dedizione, studio e tanto palcoscenico si può raggiungere. Non biasimo i colleghi che si pongono dei limiti anche sulla scelta dei luoghi dove esibirsi, ma personalmente, ho sempre cantato ovnuque, dalle piazze ai teatri, ai festival. Se adesso mi dicessero “montiamo un palco qui a piazza Cairoli e cantiamo” io lo farei subito. È più forte di me.
In un mondo, quello contemporaneo, in cui un minimo accenno di notorietà in genere fa da traino ad una inqualificabile arrognaza, uno degli aspetti che più mi ha colpito di te è la profonda naturalezza con cui ti dividi tra i tuoi tanti impegni di cantante, insegnante di canto e il lavoro al bar di famiglia. Cosa pensi che sia l’ambizione?
Sono cresciuta in una famiglia che ha sempre creduto in me, nelle mie aspettative e mi ha sempre supportata in ogni mia scelta e questo, propabilmente, mi ha reso le cose più semplici. Molte persone, al mio ritorno dall’esperienza di Sanremo Social, entrando al bar e vedendomi a lavoro si stupivano di trovarmi lì. Anche quella è la mia vita. Credo che l’ambizione possa essere un’arma a doppio taglio. Può essere molto rischioso perdere il controllo di ciò che si desidera. Bisogna perseverare, insistere, ma la vita scorre e va vissuta ugualmente in tutti i suoi aspetti.
Qual è il brano a cui sei più legata?
"Filo di cristallo".
S.R.