Una selezione di alcuni tra i brani più belli della Balistrieri si intervallano a pezzi recitati, nati dalla penna di Tiziana Calabrò
«Ogni volta che cercheremo le parole, i suoni sepolti nel profondo della nostra memoria, quando vorremo rileggere una pagina vera della nostra memoria, sarà la voce di Rosa che ritornerà a imporsi con la sua ferma disperazione, la sua tragica dolcezza …».
Queste parole sono una dedica di Ignazio Buttitta a Rosa Balestrieri, indimenticata figura legata alla tradizione folclorica ed all’identità stessa della Sicilia. E se il canto è la forma più antica di memoria collettiva sperimentata dall’uomo, il canto popolare diventa oggi un patrimonio di inestimabile valore, da preservare e tutelare.
Dunque è un’eredità importate quella di cui, con Ciauru di disiu, si fanno portavoce I Matinet, il duo composto da Rosa Ippolito (voce) e Riccardo Bertolino (chitarra). La performance, andata in scena presso l’Associazione Culturale ARB service, nell’ambito dell’iniziativa Teatro a domicilio, è sicuramente un omaggio all’opera della compianta cantante nostrana, ma dietro la suggestiva immagine evocata dal titolo c’è molto di più. Il disiu, questa parola così prepotentemente nostra, che sarebbe improprio ed oltremodo riduttivo tradurre come “desiderio”, è piuttosto un sentimento più simile al languore, un misto di necessità feroce e malinconia quasi piacevole. E’ il dolce tormento degli gli innamorati, ma anche l’attaccamento alla terra, quello a cui forse pensava Dante quando dipinse la splendida immagine “era già l’ora che volge il disio ai navicanti e ‘ntenerisce il core”.
Di queste tinte si veste, infatti, la proposta dei due interpreti. Una selezione di alcuni tra i brani più belli della Balistrieri si intervallano a pezzi recitati, nati dalla penna di Tiziana Calabrò ed appositamente pensati per questo scopo. Nasce così un viaggio che, tra musica e parole, attraversa questo stato d’animo nelle sue due più belle accezioni: il disio d’amore e quello di appartenenza; l’amore viscerale per il luogo natio, che pure a volte è rifiuto e desiderio di fuga, irrimediabile essenza della sicilianità oggi più che mai; poi l’amore di coppia con le sue ampie sfumature.
La vera arte, si dice, è quella che riesce ad eternizzare sentimenti comuni, che tutti noi proviamo e che per questo sono sempre veri ed attuali, al di la del tempo che passa. Così avviene in Ciauro di disiu. Le note struggenti di quei temi di cui Rosa fu paladina riecheggiano oggi attraverso la voce, carica di emozione, di un’altra Rosa, che fa del proprio nome un lascito, quasi un destino… e ritornano a vivere.
Laura Giacobbe