Partecipato incontro alla Feltrinelli per la presentazione ufficiale del nuovo album dello storico gruppo etno-progressive messinese
“Oltre la nostalgia, per riprendere un discorso lasciato in sospeso”. Le parole di Giacomo Farina per chiarire il senso di un progetto: i Kunsertu tornano con un nuovo album, 1984/2016, passo decisivo nell’atteso processo di reunion di uno dei gruppi sperimentali più innovativi della scena musicale italiana. Gremita da un pubblico numeroso, partecipe e compiaciuto, la libreria Feltrinelli fa da scenario ad una presentazione che prova a non cedere mai lo spazio al rimpianto o alla malinconia: un semplice ritorno a casa che all’album dei ricordi preferisce il tavolo di progettazione. “Nel 1984 entravamo per la prima volta in una sala di incisione – ha proseguito il fondatore dei Kunsertu -. Trentadue anni più tardi, dopo aver collaborato a vari e proficui progetti alternativi, abbiamo deciso di ripartire da quella solidarietà artistica che più di tutte ha segnato le nostre vite. Dalle manifestazioni studentesche alle lunghe sedute in sala prove, il legame che ci unisce ha radici in una comune coscienza, nella medesima visione del mondo. Svilupperemo dunque un progetto poliedrico che terrà in grande considerazione anche l’aspetto letterario”. Con Farina, all’unisono, gli altri membri Nello Mastroeni, Egidio La Gioia, Roberto De Domenico, Massimo Pino, Matteo Brancato, Faisal Taher e Fabio Sodano.
La musica mediterranea, l’influenza araba, il recupero del dialetto e delle tradizioni popolari: questa la ricetta che i Kunsertu aggiornano al 2016 con l’immutata versatilità degli esordi. Nel nuovo album sette brani riarrangiati (tra cui la celebre Mokarta) e tre canzoni inedite, Esta noche, Menzama’ e Snow in Istanbul, quest’ultima inizialmente apparsa in un’altra versione sotto l’insegna Nemas Project di Nello Mastroeni. Soprattutto Esta noche, in spagnolo con ritornello in dialetto, rivendica un diritto all’orecchiabilità che potrebbe segnare con decisione il nuovo corso: particolarmente coinvolgente l’esecuzione realizzata nell’anteprima tra molti sorrisi e pochi strumenti; gli applausi scroscianti la risposta inequivocabile del pubblico. Registrato in vari parti del mondo, con un filo diretto tra gli artisti a scorrere sul web, il nuovo album ha visto per la prima volta collaborare al progetto Kunsertu il musicista turco Ali Cem Çereli: “Ho insegnato per anni prima in Etiopia, ad Addis Abeba, poi proprio a Istanbul, dove ho avuto modo di conoscere alcuni dei maggiori esponenti della scena turca – ha affermato Mastroeni -. Kunsertu è la base di partenza che accoglie ogni tipo di contaminazione, un laboratorio che vede convergere le nostre esperienze personali, le nostre idee sulla politica e sul mondo, le amicizie che lungo la strada arricchiscono il nostro quotidiano”.
Inevitabile anche un passaggio dedicato proprio a Mokarta, brano più celebre del repertorio: “Era nato come lato B di Isola, tra l’altro inciso con modalità particolari in uno studio catanese specializzato in musica neomelodica – ha spiegato Giacomo Farina -. Con il passare del tempo è diventato il simbolo della nostra intera esperienza, un motivo che ancora oggi trascina il pubblico ai nostri concerti. Mokarta è una serenata, una ballad priva di ritornello: nel nuovo album presentiamo una nuova versione cantata da Egidio e registrata in occasione della presenza a Messina dell’imbarcazione umanitaria pro-Palestina Freedom Flotilla Coalition”. Negli scorsi mesi la frattura sulla proprietà intellettuale del nome Kunsertu con uno degli ex componenti: “Ci appartiene sicuramente dal punto di vista artistico. Speravamo di risolvere la questione con il buon senso, purtroppo credo che saremo costretti ad affrontarla in sede giudiziaria”. Altri brani eseguiti tra l’entusiasmo del pubblico, Ghandura, Stocca e una tarantella conclusiva che accompagna da sempre le esibizioni dei Kunsertu. Tra passato e presente, nessuno stucchevole effetto cartolina.
Domenico Colosi