Viaggiamo attraverso la storia di un genere antico, che ha fatto il giro del mondo cambiando forma, ed arricchendosi di suggestioni sempre nuove.
Alla saletta ARB Service si esibisce il Quartetto atipico Danzarin: terzo appuntamento per la neonata rassegna artistica e terza incredibile sorpresa.
Quest’angoletto sconosciuto di città, questa stanzina non più grande del salone di casa, che al confronto con i più noti e battuti scenari cittadini non è che un bugigattolo, questo posto di cui nessuno conosceva l’esistenza… grazie alla passione ed alla grande sensibilità di Davide Liotta, promotore di questa impresa e responsabile delle scelte artistiche, si è trasformato nella scatola delle meraviglie. Con Arancia Rossa Marcita Cafè abbiamo conosciuto il vero fondatore del teatro dell’assurdo e riscoperto, guardandolo sotto nuova luce, un genere che ci ha fatto divertire e riflettere; Con Io Colapesce ci siamo specchiati negli abissi profondi di noi stessi, ed abbiamo nuotato tra le acque fresche dell’infanzia dimenticata. Adesso lo scenario cambia ancora.
Arriva il tango.
Il Quartetto Atipico Danzarin ci accompagna in un viaggio alla scoperta di un genere antico, che ha fatto il giro del mondo cambiando forma, ed arricchendosi di suggestioni sempre nuove. In compagnia di Giovanni Alibrandi al violino, Alessandro Blanco alla chitarra, Flavio Gullotta al contrabasso ed Antonino Cicero al fagotto, ci immergiamo in un affascinante excursus alla scoperta, non soltanto del tango argentino, ma di tutti quei generi, come il vals e la milonga, ai quali nel tempo è stato associato e dei quali si è nutrito. Il repertorio è una variegata selezione, che include brani di Astor Piazzolla ma soprattutto del maestro di quest’ultimo, Anibal Troilo, cui il quartetto si ispira. Da atmosfere più calde e suadenti si passa ai ritmi serrati e incalzanti, mentre gli artisti si inseguono tra audaci virtuosismi, in un gioco di sguardi a metà strada tra la sfida e l’elogio reciproco. Poi tornano a sussurrare le note dolci di un’Ave Maria.
Gli elementi si amalgamano in equilibrio perfetto. C’è sinergia. L’intesa è forte ed arriva diretta al pubblico, che non può che restarne avvinto e vinto. Di fronte a questi quattro ragazzi, gli occhi luccicano e scappa un sorriso. Poi un pensiero: la musica è l’unico miracolo su cui Dio ha concesso all’uomo il privilegio di mettere la firma. E il cuore sussulta di quieta pienezza, come in quei rari momenti in cui tutto è come dovrebbe essere, e non vorresti essere in nessun altro posto, e non serve altro.
Messina ha tesori nascosti che aspettano solo di essere scoperti. Basta avere occhi per vedere ed orecchie per sentire.
Laura Giacobbe