Oltre duecento artisti sul palco del Teatro Antico per la nuova versione della celebre opera verdiana firmata da Enrico Stinchelli
Circa 200 artisti su un palco trasformato in set cinematografico. Sarà una messinscena faraonica e innovativa quella dell’Aida di Giuseppe Verdi, in programma stasera alle 21.30, al Teatro Antico di Taormina, per l’ultimo spettacolo di Mythos Opera Festival. Rispetto dell’autore e dei luoghi il diktat del regista, Enrico Stinchelli, che spiega: “Per la prima volta a Taormina andrà in scena l’organico previsto e richiesto da Verdi per l’Aida, ovvero un’orchestra di 80 elementi, a cui se ne aggiungono 80 del coro e poi, ancora, 30 comparse, solisti e corpo di ballo: per un totale di oltre 200 persone di grande spessore artistico”.
Affiancato dall’aiuto regista Massimo Tuccitto, Stinchelli può infatti contare su alcuni dei più prestigiosi cantanti del panorama lirico internazionale. A partire dal soprano Giovanna Casolla, veterana e grande dominatrice della scena nel ruolo di Amneris e del baritono Giuseppe Garra – scelto da Franco Zeffirelli per l’Aida che fece il giro del mondo – che interpreta Amonasro. Nel cast anche altri grandi artisti come il soprano Sofia Mitropoulos (Aida), il tenore Roberto Cresca (Radames), i bassi Alessandro Avona ed Elia Todisco, ovvero il gran sacerdote Ramfis e il re, il tenore Antonio Pannunzio (messaggero) e il soprano Debora Marguglio (sacerdotessa). In scena ci sarà inoltre l’Orchestra Filarmonica della Calabria diretta da Filippo Arlia – considerato dalla critica internazionale uno dei più brillanti e versatili musicisti italiani della sua generazione – e il Coro lirico siciliano. Le coreografie sono firmate da Alessandra Scalambrino, mentre i costumi sono quelli storici della celebre Fondazione Cerratelli (premio Oscar per i costumi di Romeo e Giulietta) presieduta ad honorem da Franco Zeffirelli.
“E per la prima volta a Taormina – ancora il regista Stinchelli – il palco non sarà invaso da scene mobili e da colonne egizie, obelischi e sfingi che si mescolano a leoni, statue romane e geroglifici fasulli in un bazar di souvenir egizi di cattivo gusto. Il palco sarà al contrario trasformato in un’oasi vera e propria, con sabbia, sassi, piante ed elementi che ci riportano a un autentico clima egizio, nel pieno rispetto del teatro antico che si integra perfettamente col giardino pensile. Una sorta di set cinematografico, insomma, con al centro un enorme idolo di oltre cinque metri del Dio Horus, l’unico venerato continuamente dall’era predinastica a quella romana”. Sul palco, parte integrante della scenografia, ci sarà anche un’opera d’arte di inestimabile valore, ovvero una statua del maestro Giuseppe Mazzullo concessa dalla Fondazione Mazzullo.