Un’identità da riaffermare, Messina come scelta strategica dell’Associazione Italiana della Viola dopo le edizioni toscane di Livorno e Firenze: il successo del Festival della Viola nella città dello Stretto
Nessuno snobismo, nessuna posizione subordinata. Intermedia tra violino e violoncello, la viola è presente in tutte le composizioni orchestrali con il suo suono ricco di sfumature e un’espressività decisiva per l’esecuzione della musica da camera. La carriera solistica dei violisti è, tuttavia, una strada in costante salita: poco riconosciuti i nomi eccellenti in ambienti diversi rispetto a quello degli addetti ai lavori, rare le opere fondate unicamente sulle potenzialità di questo strumento, spesso conflittuale il rapporto con il più celebrato violino.
Dopo le prime due edizioni di Livorno e Firenze, il ViolaFest approda in questi giorni a Messina per una serie di incontri, masterclass e concerti dedicati allo strumento che annovera tra i suoi virtuosi gli inglesi Lillian Fuchs e William Primrose. Coordinatrice dell’evento di respiro internazionale la professoressa Daniela Vinci, docente di Viola al Conservatorio “Corelli” e componente del Direttivo dell’Associazione Italiana della Viola: “Messina è una scelta strategica per un’associazione nata da poco tempo, poiché ci permette di raggiungere le maggiori espressioni artistiche dell’intero Meridione. La nostra idea è stata quella di creare una fertile opportunità per molti studenti provenienti da tutti i conservatori italiani per vivere tre giorni a stretto contatto con i più affermati musicisti del settore: fondamentali, in questo senso, gli scambi di idee che possono scaturire da ogni singolo dibattito o le esibizioni dei maggiori interpreti a livello internazionale”. Il complesso dialogo con il violino, strumento che gode di una più ampia popolarità: “Tra i musicisti è consolidata la presenza della viola, per il pubblico è probabilmente ancora poco visibile: vogliamo far scoprire la vera identità di questo strumento per offrire anche un omaggio ai grandi musicisti del passato come Alessandro Rolla, un virtuoso della viola paragonabile a Niccolò Paganini”.
Scenario della prestigiosa manifestazione il Palacultura, che ospita in questi giorni musicisti del calibro di Jill Comerford (già prima viola dell’Orchestra dell’Arena di Verona), Francesco Fiore (Opera di Roma), Augusto Vismara (docente presso il Conservatorio “Cherubini” di Firenze e presidente dell’Associazione Italiana Viola) e soprattutto Ulrich von Wrochem (già prima viola dei Berliner Symphoniker). La kermesse, sviluppata con la preziosa collaborazione del Conservatorio “Corelli”, punta ad accendere i riflettori su un lato spesso oscuro del mondo musicale: una dialettica tra genio espressivo e concretezza che mira a coinvolgere lo spettatore sui diversi aspetti della composizione, il giusto riconoscimento tra artigianato ed espressione artistica. Ultimo appuntamento oggi pomeriggio (ore 16.30) con il concerto finale degli ensemble su musiche di Kimber, Kabalevski, Ferrante, Satie, Messa e Massenet.
Domenico Colosi