Le pene più alte per l'allora ragioniere generale Arasi e per il sindaco Messina. Il blitz nel 2014
PATTI – Sono condanne per tutti e a pene consistenti, anche se con molte assoluzioni parziali e prescrizioni, quelle decise dal Tribunale di Patti alla fine del processo sulla gestione della contabilità del comune di Brolo sfociata nel 2014 nell’operazione Mutui Fantasma.
Al centro dell’inchiesta, l’operato dell’allora ragioniere generale Carmelino e il sindaco del tempo Salvatore Messina, difesi dagli avvocati Carmelo Occhiuto e Tommaso Autru Ryolo.
La sentenza
Ecco il verdetto del Collegio presieduto da Mario Samperi: 15 anni e 3 mesi per Carmelo Arasi, 7 anni e mezzo per Salvatore Messina, 4 anni e mezzo per Rossella Arasi e Antonella Campo, 4 anni e 9 mesi per Santa Caranna e Giuseppina Di Leo; 4 anni e 15 giorni per Rosa Castrovinci, Tindara Gatto, Dario Presti, Giuseppe Caranna, Domenico Caranna e Costantino Maniaci; 4 anni e un mese per Carmelo Gentile, Elena Rosa Lo Vercio ed Enza Rifici; 2 anni e 9 mesi per Giovanni Scaffidi Mangialardo e Antonino Masi, 2 anni e 8 mesi per Antonino Giuffrè e Giuseppe Indaimo, 2 anni e 9 mesi a Vittorio Astone, 4 anni e 4 mesi a Rosa Gatto. Disposte anche diverse prescrizioni e assoluzioni parziali.
Le pene accessorie e le confische
Carmelo Arasi e Giuseppe Messina sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici, interdizione temporanea, per cinque anni, per Rossella Arasi, Antonella Campo, 4 anni e 9 mesi per Santa Caranna e Giuseppina Di Leo; 4 anni e 15 giorni per Rosa Castrovinci, Tindara Gatto, Dario Presti, Giuseppe Caranna, Domenico Caranna e Costantino Maniaci; 4 anni e un mese per Carmelo Gentile, Elena Rosa Lo Vercio ed Enza Rifici. Il Tribunale ha disposto anche rilevanti confische di denaro per i condannati; gli importi più alti quelli che riguardano Carmelo Arasi e Messina: 629 mila euro in denaro per il primo (ove non possibile, confisca per equivalente di beni e altre utilità fino ad un massimo di 640 mila euro), 857 mila euro per il secondo.
Associazione, truffa aggravata e falso i reati, tra gli altri, inizialmente contestati dalla Procura di Patti, nell’ambito dei mutui accesi dal comune di Brolo presso la Cassa Depositi e Prestiti e peculato con mandati di pagamento ingiustificati a beneficio di alcuni dipendenti del Comune ed altri soggetti privati e contributi a società sportive. Ipotesi che il Tribunale ha in parte rivisto.