Nadia Terranova: “Non conosco modo di stare al mondo che non sia sentimentale”

Nadia Terranova: “Non conosco modo di stare al mondo che non sia sentimentale”

Emanuela Giorgianni

Nadia Terranova: “Non conosco modo di stare al mondo che non sia sentimentale”

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venerdì 17 Maggio 2024 - 07:01

Una fiaba militante. Alla Feltrinelli, la presentazione di “Scintilla”, l’ultimo romanzo dell’amata scrittrice messinese

MESSINA. Nadia Terranova torna a casa per presentare ai suoi lettori “Scintilla” e, con lei, anche Antonio, Alice, Andrea; la loro storia di idee che si fanno prassi, di amore che si fa lotta e di una grande protagonista: la Natura di cui siamo parte.

La storia di Scintilla

Scintilla”, presentato alla Feltrinelli di Messina insieme a Tiziana Marchese, è l’ultimo romanzo dell’amata scrittrice messinese e ci trasporta a Panormo, una cittadina mitica (il cui richiamo va a Palermo), dove il piccolo Antonio aspetta la mamma fissando il camino.

Alice, la sua mamma Prometeo, infatti, ha dovuto lasciare la famiglia per compiere la sua missione. La Natura rischia di essere totalmente depredata dalla costruzione di un Ponte (qui il richiamo va invece, ovviamente, alla nostra di città e di storia), in difesa di questa Natura, Alice sente il dovere di combattere, pur lasciando soli Antonio e il papà Andrea.

Se i romanzi di Nadia Terranova raccontano spesso figure paterne assenti, in “Scintilla” la situazione cambia. È un papà a prendersi cura di un figlio, mentre la mamma è lontana. Andrea, poco espansivo ma tanto dolce, cercherà di colmare in tutti i modi quel vuoto che prova Antonio, grazie anche alla compagnia di alcune incredibili figure solo apparentemente secondarie (come la zia sosia di Liz Taylor venuta dal Galles e il cuginetto Anthony, vero alter ego di Antonio).
Un papà un po’ impacciato ma con tantissima buona volontà, che prende le sue scelte guardando le stelle, si lascia consigliare dal cielo su come agire e condivide con moglie e figlio quello stesso amore per la Natura (che sembra la causa della separazione della famiglia ma che, in realtà, la unirà ancora di più). Indirizza le sue cure ad una Natura più piccina rispetto a quella per cui combatte Alice: si tratta del giardino di casa, importante punto di incontro per papà e figlio.

Un giorno, però, mentre Antonio continua a fissare il camino, ecco arrivare Scintilla con i suoi capelli rosso fuoco. Dal camino viene giù una bimba fantasma, fantasma del futuro. Nell’amicizia di Scintidduzza, Antonio troverà il conforto di cui ha bisogno, ma questo “spirito” speciale farà anche da ponte tra lui e la mamma. Sotto forma di volpe, dalla codina simile ad una fiamma, racconterà ad Alice ciò che Antonio non può dirle e riferirà ad Antonio le avventure della mamma.

I simboli

Il romanzo si arricchisce di simboli che si fanno strumento poetico di espressione dei suoi messaggi e dei suoi valori. Se ne Il segreto (vincitore dei Premi Strega Ragazze e Ragazzi e Andersen) Nadia Terranova e Mara Cerri ci raccontavano il mondo della terra, qui è il fuoco a fare da protagonista, con la sua forza dirompente e il suo coraggio.

Il camino (la cui ispirazione, ci rivela Terranova, viene da un camino realmente esistente, quello di un appartamento palermitano probabilmente appartenuto ai Florio), invece, è utilizzato per tutto tranne che per accendere il fuoco, prende infinite forme, si trasforma in tanto altro, da libreria a palcoscenico. Diviene una soglia importante, come rappresentano benissimo le illustrazioni di Maria Chiara Di Giorgio, non semplice cornice artistica ma vera parte integrante della narrazione. 

Una fiaba militante

Un libro che, se ha per primi destinatari i ragazzi (in tantissimi presenti alla Feltrinelli), si rivolge poi a qualsiasi tipo di lettore, come fanno tutti i romanzi di Nadia Terranova, caratterizzati dallo stesso spessore di pensiero e dalla stessa costante intensità di problematizzazione; sempre affrontati, però, con la leggerezza di uno stile che danza tra reale e immaginario, arricchendo l’uno dell’altro. “Scrivere per i ragazzi significa abbandonare ogni forma di paternalismo inutile, ma ritrovare in noi la loro voce, ritirare fuori tutte quelle emozioni che muovono il loro animo, le loro geniali intuizioni, lo sguardo sempre incantato sulle cose” precisa l’autrice.

Quelle stesse emozioni – per niente infantili ma solo profondamente umane – rendono il suo ultimo romanzo una fiaba militante. “Le emozioni – continua – sono politica. La mia idea di militanza nasce dalle emozioni. Le battaglie per cui combatto, come quella dell’ambiente o del femminismo, sono quelle che mi emozionano. Le nostre risorse sono limitate; scegliamo, quindi, a quale lotta dedicare più energie. E sarà proprio quella che si intreccia alla nostra storia personale, carica di passione, del nostro vissuto, dei nostri sentimenti. Non trovo altro modo di stare al mondo che non sia sentimentale. Sentimentale inteso nel suo senso più positivo. Così la battaglia politica è una questione di emozioni”.

I messaggi politici

Dietro una prosa appassionante e travolgente, le emozioni di “Scintilla” si fanno portatrici di incisivi messaggi politici. Ci raccontano il superamento di ogni stereotipo di genere, per cui abbiamo un papà che resta a casa a prendersi cura di suo figlio e una mamma che va via per un ideale, consapevole che sia la cosa giusta da fare ma che, nonostante ciò, vive nel tormento della scelta e nella difficoltà della lontananza. Questo non fa di lei una mamma snaturata, al contrario, una mamma ancora più eroica.
Scintilla ci insegna la consapevolezza che ogni scelta comporta un sacrificio: “C’è sempre un piccolo prezzo da pagare per le decisioni che prendiamo” riflette Terranova.

E si fa rivelatrice di una tragica urgenza, vera protagonista e filo conduttore di tutte le pagine: la necessità di riscoprire il nostro legame con la natura. Considerare la natura come un mero materiale grezzo in nostro controllo e da poter manipolare a nostro piacimento ci ha portato all’allarmante e pericolosa crisi ambientale che stiamo vivendo e che ci priva, giorno dopo giorno di più, del nostro futuro.
Ogni azione distruttiva sulla natura è una azione distruttiva su noi stessi che ne siamo parte e mai a parte. Va creata una nuova alleanza tra uomo e natura, nuovi ponti di dialogo e non di alterazione, di comprensione e non di folle appropriazione.

Nel farlo “Scintilla” si dimostra, poi, più di tutto, una storia di amore, amore in tutte le sue forme, amore familiare, amore per la natura, amore per la vita, amore per un’idea, per gli altri e per se stessi. Con un dolcissimo e sorprendente finale.

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